Corolli, il dolce di quaresima di Montalcino
Sono delle ciambelle soffici e profumate che tanti anni fa arrivavano nelle case di campagna con il furgoncino del fornaio
Testo di Donatella Cinelli Colombini, foto di Bonella Ciacci
Un dolce semplicissimo da mangiare “per benedizione” in omaggio alle antiche tradizioni di Montalcino e alla Quaresima. Si accompagna deliziosamente al Vin Santo.
E’ buonissimo e l’unica concessione alla penitenza quaresimale è forse la scarsa quantità dello zucchero. Nella terra del Brunello i corolli erano un tipico prodotto da fornaio. Venivano esposti infilati in un bastoncino e dondolavano in modo invitante davanti ai clienti. Il loro profumo di anice, il ricordo delle nonne, la voglia di qualcosa di diverso per la colazione del mattina spingevano tutti a comprarli. A chi abitava in campagna i corolli arrivavano invece col furgoncino del fornaio che quasi tutti i giorni faceva il giro dei poderi con un carico di pane, biscotti, schiacciatine e pizza rossa.
Ingredienti
Una noce di lievito di birra, 600 g di farina, 1 hg di zucchero, 60 g di strutto,
250 g di uva sultanina, un pizzico di anici, 5 g di sale, qualche chicco di zibibbo
Preparazione
Impastare il lievito con un etto di farina usando dell’acqua tiepida. Lasciar riposare il composto coperto per circa mezz’ora finché non inizia la lievitazione. Lavorarlo di nuovo aggiungendovi la farina residua, 250 g d’acqua e tutti gli altri ingredienti: zucchero, strutto, uvetta, anici e sale. Appena l’impasto è ben omogeneo rimetterlo a riposare per mezz’ora fino a un nuovo inizio di lievitazione. Dividere l’impasto a pezzi e farli rotolare sulla tavola per formare degli spaghettoni da disporre ad anello sulla teglia imburrata. Decorare i corolli con lo zibibbo e cuocerli in forno a 180-200°C fino a far loro prendere un colore ambrato. Sono da mangiare freddi ma a poche ore dall’esecuzione.