Compleanno di Donatella e regali
Non amo i regali ma alcuni mi fanno un immenso piacere e altri mi lasciano indifferente. Ecco quali sono i doni che mi fanno battere il cuore per il mio compleanno
Di Donatella Cinelli Colombini
Adoro le piccole cose esclusive, diverse da tutte le altre, fatte apposta per me. Non è snobismo quanto piuttosto il mio istinto bastian contrario. Non riesco a stare nel coro a fare quello che fano tutti.
Di recente la famiglia Tyszkiewicz che in passato ha abitato a Trequanda e poi è tornata in Polonia dove si occupa di occhiali ULTRA Limited, mi ha regalato una montatura con il mio nome inciso sulle assicelle. Sono bellissimi e faranno morire di invidia tutti, non vedo l’ora di farci mettere le lenti da vista.
Mi piacciono anche le cose vecchie oppure fatte personalmente dalle persone che mi fanno il regalo. Come i cuscini e presine da cucina di Gioia Milani, amica chiantigiana
che prima di Natale passa le notti a preparare i regali. Mio marito dice che si brucia le dita ma per me le presine di Gioia sono sacre e non vanno sostituite.
Un altro piccolo segreto: adoro le confetture fatte a mano senza aggiunta di zucchero, quelle dove la frutta è ancora quasi intera come le arance amare oppure i frutti di bosco. Quasi sempre io devo rinunciare al dessert perché contengono qualcosa che mi fa male: farina, latte, cioccolata, lievito … quando non resisto alla tentazione di qualcosa di dolce prendo una tazzina da caffè e letteralmente la riempio di confettura. Di recente Gianni Bruno, brand manager Vinitaly, mi ha regalato un barattolo di fiori di sambuco fatto sull’altipiano di Asiago. E’ una delizia.
Mi piacciono i libri con la dedica dell’autore. Ho uno scaffale pieno di volumi autografati nel mio studio e continuo a riempirlo. Quando i miei amici scrittori mi mandano i loro libri senza dedica ci rimango malissimo e poi faccio di tutto per farli firmare. Quelli che non scordano mai una frase gentile sono Sveva Casati Modignani e Luca Bianchini.
Ora vi rivelo i regali che non mi piacciono: prima di tutto i gioielli. Ho studiato oreficeria medioevale per quasi dieci anni e mi sono sempre stupita del fascino sprigionato dalle pietre preziose anche nell’antichità quando le forme a cabochon non davano loro la lucentezza dei tagli a brillante moderni. Per questo i miei bracciali, collane, anelli sono in permanenza nelle cassette di sicurezza di Siena e Malta mentre in casa tengo solo tre collane di perle che porto quasi ogni giorno. Lo studio delle oreficerie medioevali e rinascimentali mi ha immunizzato dall’interesse per i metalli preziosi che mi affascinano solo nella misura in cui rivelano il talento artistico del loro creatore come la rosa d’oro del mio amico Orlando Orlandini o il volto femminile disegnato da Guttuso per il Premio Minerva -Anna Maria Mammoliti di cui sono stata insignita nel 2015. Queste spille sono spesso sulle mie giacche.
Altri regali che non mi piace ricevere sono quelli che vengono scelti per il loro prezzo, della serie più è caro più è importante. Io sono una donna fortunata che ha tutto quello che potrebbe desiderare tranne una colonna vertebrale ben funzionante, ma quella non si può avere in dono! Le cose che vorrei sono decisamente fuori portata: una tavola di Giotto, una scultura – anche piccola- di Donatello una tela di Velasquez o di Rembrandt …. Questi sono sogni impossibili ma spesso il mio ufficio è stato in autentici musei e quindi ho avuto modo di convivere con capolavori inestimabili.
Ho tutto quello che potrei desiderare, i doni che desidero devono contenere amore, passione e il tocco di qualcuno che ammiro o a cui voglio bene come Piero Sbarluzzi ultimo maestro ceramista rinascimentale toscano o la pittrice Elisabetta Rogai che mi hanno fatto addirittura il ritratto.