La Toscana vince nell’export rinnovando le fiere del vino
700 milioni di Euro nel 2012 con + 6,8% nei primi 9 mesi per i vini toscani esportati, un successo costruito con missioni all’estero e un nuovo modo di fare le fiere
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Positivi commenti ai risultati dell’export enoico toscano dove i vini DOCG e DOC hanno tirato la volata con un +9,6% costruito soprattutto grazie alle spedizioni in USA. I wine lovers a stelle e strisce sono trai maggiori estimatori del vino toscano che segna un meritato + 14% proprio in quel mercato dove, infatti, sono stati investite le maggiori risorse in eventi e degustazioni organizzate dai consorzi e dalla Regione Toscana.
Proprio l’amministrazione regionale – Toscanapromozione – ha organizzato la prima vera borsa del vino del nuovo millenni: Buy Wine alla Fortezza da basso di Firenze dove i produttori hanno incontrato gli operatori con un inedito meccanismo di avvicinamento fra domanda e offerta. 10.000 espositori e 30.000 operatori hanno partecipato all’evento.
Ogni cantina espositrice ha dichiarato in anticipo le proprie caratteristiche produttive e i mercati in cui stava cercando
contatti. Stessa cosa hanno fatto gli operatori esteri relativamente alla loro ricerca di vino da importare. Grazie all’elaborazione elettronica di questi dati ogni produttore ha avuto la lista dei contatti utili e una serie di appuntamenti che gli hanno permesso di ottimizzare il tempo concentrandosi solo su reali opportunità di affari.
Finalmente un modo moderno di fare fiere, dove l’elettronica è messa al servizio del business e invece di un’inutile investimento in stand e allestimenti tutto lo sforzo viene concentrato sui contatti e sugli assaggi.
Benissimo anche la seconda parte del programma di Toscanapromozione costituita dalla visita dei territori del vino da parte dei buyers: Chianti, Vino Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano, Brunello di Montalcino.Gli operatori stranieri divisi in piccoli gruppi hanno visitato cantine, degustato vini e assaggiato piatti tipici entrando in profondità nei territori del vino toscano. Ancora contatti con le aziende di produzione e ancora affari con risultati economici che sono andati decisamente oltre le più rosee aspettative delle cantine.