
La battaglia del Riesling: Mosella o Alsazia?
Ovviamente il Riesling è tedesco ma anche l’Alsazia era tedesca fino al Settecento. A confronto le due zone principali del Riesling: la Mosella e l’Alsazia

Riesling alsaziano Zind Humbrecht vigneti biodinamici
Di Donatella Cinelli Colombini
Quale preferite? Il Riesling più corposo francese o quello più esile e minerale dei tedeschi? Wine Searcher fa parlare i protagonisti mettendo a confronto vini e opinioni al top. Ne viene fuori una battaglia fra titani che vi invito a leggere anche perché in fondo c’è la lista dei 10 migliori. Qui tratteggerò lo scontro Mosella-Alsazia con qualche aggiunta personale. Partiamo dall’uva. Pare che il Reisling sia uno dei vitigni più antichi, presente in Germania da circa 2.000 anni e molto diffuso nelle regioni di Reno, Mosella e Palatinato (Pfalz). Nell’Ottocento ebbe un momento di eclissi a favore di altri vitigni come il Müller Thurgau che, per altro, è un incrocio della stessa vite. Oggi il Riesling costituisce oltre il 20% del vigneto tedesco, e viene prodotto quasi sempre senza l’ausilio di botti.

Riesling Egon Muller Scharzhof Scharzhofberger trockenbeerenauslese
Il più celebrato e caro dei Rieslig tedeschi è di Egon Muller il mitico Scharzhofberger. Egon Müller IV, attuale proprietario della storica tenuta di famiglia di Wiltingen nel distretto della Saar punta sull’invecchiamento, per bere il suo Scharzhofberger Kabinett del 1990 ha dovuto aspettare vent’anni <<but it is now drinking beautifully. I recently had a 1976 Kabinett that was singing. A 1949 naturrein drunk last year was very young>> ma ora è meraviglioso. Ho assaggiato recentemente un Kabinett del 1976 che cantava. Lo Scharzhofberger 1949 che ho bevuto lo scorso anno era ancora molto giovane. Assaggi da milionari, questo riesling è prodotto solo in anni eccezionali e costa cifre da capogiro; il 1990 ha un cartellino di 480 Dollari più le tasse e il 1976 è molto più caro 690$. Ho posseduto solo una bottiglia di questo vino da mito regalatemi da un

Zind Humbrecht cantina
giornalista tedesco. Come sempre mio marito Carlo si rifiutò di berla e la teneva in cantina come una reliquia finchè un giorno la nostra cuoca l’aprì per cucinare <<ho pensato che fosse da buttare perché era vecchio>> spiegò lei e noi dopo l’arrabbiatura lo bevemmo insieme allo spezzatino con cui era stato usato.
Dal versante francese la bandiera dei Riesling è tenuta salda da Olivier Humbrecht, Master of Wine ed erede di uno dei più geniali vignaioli francesi Léonard Humbrecht che ho conosciuto in Olanda e mi impressionò raccontandomi di aver scelto gli appezzamenti dei suoi vigneti uno per uno senza curarsi affatto delle distanze per cui ha una vigna strepitosa ma sparpagliata a una distanza di 60 km. Oggi Domaine Zind-Humbrecht, è nelle mani di Olivier che è anche enologo e dal 1997 la coltiva in modo biodinamico. Le sue parole sono in difesa del Riesling alsaziano accusato di essere un vino con troppo residuo zuccherino e poca eleganza <<10 or 15 years ago, but not anymore today. Having

Mosella. vigneti
tasted hundreds of Alsatian wines over the past two years, I can say that Alsatian wines are much drier today>> era vero 10 o 15 anni fa ma non adesso. Ho assaggiato un centinaio di vini alsaziani negli ultimi due anni, ha detto Olivier, e posso dire che ora sono molto più secchi.
Io ho visitato l’Alsazia quattro anni fa e confermo questa valutazione così come il maggior tradizionalismo delle cantine francesi rispetto al tecnicismo delle tedesche. Nell’azienda del compianto Etienne Hugel (deceduto il 14 aprile a soli 57 anni), campione del tradizionalismo, ho visto una botte “ste Caterine” del 1715.
Più o meno l’opinione dei produttori è questa: gli alsaziani trovano senz’anima i vini rivali e quelli della valle della Mosella giudicano invecchiate le cantine francesi. Alla fine, se i vini sono buoni è solo una questione di gusti perché ogni bottiglia ha un messaggio dentro di sé ed è quello che deve far innamorare. Io ho assaggiato 16 meravigliosi Riesling tedeschi a Berlino all’ Academie Internationale du Vin e li ho apprezzati tantissimo per la loro armonia, complessità e profondità straordinarie. Allo stesso tempo i Riesling Humbrecht mi fecero sbalordire per una qualità perfetta ma sono quelli di Hugel, i più vicini al mio cuore. Ho ancora nel mio studio un divertente reggi bacchette che lui aveva realizzato per il mercato asiatico e che testimonia la creatività di questo grandissimo produttore di vino.