
Bertarelli: biotecnologie, vela, vino e poi Montalcino
I Bertarelli sono una famiglia italo-svizzera di industriali delle biotecnologie con la passione della vela e del vino che li ha portati a Montalcino
Ernesto il geniale leader del gruppo industriale è arrivato sui giornali di tutto il mondo con le due spettacolari vittorie dell’American Cup, la più prestigiosa competizione velica del mondo, da parte della sua barca Alinghi. A capo degli investimenti in enologia c’è lo zio di Ernesto (fratello della madre), Claudio Tipa con le cantine gioiello di Grattamacco a Bolgheri, Colle Massari nel Montecucco e, recentemente, Poggio di Sotto a Montalcino. Proprio l’arrivo sul colle del Brunello ha aperto nuovi scenari di collaborazione con il coinvolgimento diretto della “Fondazione Bertarelli”. Il primo passo in questa direzione è il concerto “Sacrificio Musicale di Johann Sebastina Bach” che ha avuto luogo nella Chiesa di Sant’Agostino il 4 maggio 2012 con tutti i produttori e i cittadini di Montalcino invitati.
Il concerto, nella nuova chiave interpretativa di Hans-Ederhard Dentler, è stato eseguito per la prima volta in Toscana. La composizione è dedicata al re Federico II di Prussia e si evolve in due fughe e dieci canoni a tre e a sei voci.
Questo concerto raffinato è stato il modo migliore per presentarsi e entrare nella comunità montalcinese. Ha inoltre dato modo a
Maria Iris Tipa Bertarelli e Claudio Tipa di illustrare l’attività della Fondazione Bertarelli. Nell’auspicio di tutti i cittadini di Montalcino c’è un maggior impegno della Fondazione nel restauro della Chiesa di Sant’Agostino. Per il concerto è stata sgombrata e pulita ma questo non basta a ridarle l’antico decoro. Mancano pavimenti, illuminazione, riscaldamento … Vedere gli affreschi di Bartolo di Fredi coperti di fogli protettivi per impedirne il distacco, mette tristezza e tutti sperano che la famiglia Bertarelli suggelli il suo arrivo in terra di Brunello con un intervento di recupero che lasci il segno nei libri di storia dell’arte ma anche nel cuore degli abitanti e di tutti coloro che amano Montalcino.
La chiesa trecentesca di Sant’Agostino ha una storia particolarmente travagliata. Sorse con il convento agostiniano a cui fanno riferimento i due chiostri adiacenti del XVI secolo.
Tra la fine del Settecento e il primo Ottocento, all’epoca dell’occupazione francese e dei Viva Maria, fu usata come stalla. Rimase in uno stato di semi abbandono finché mio nonno Giovanni Colombini non la fece restaurare e riaprire al culto intono al 1940. Ogni abitante di Montalcino ha un ricordo personale di Sant’Agostino, matrimoni, prime comunioni, funerali…. il parroco Don Guido zio del nuovo sindaco Silvio Franceschelli, l’ultimo Vescovo Staccioli e le sue prediche sempre cariche di umanità …
Questa chiesa ha bisogno di un nuovo angelo custode e tutti sperano che sia arrivato.
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini