Il turismo del vino e il vino impara dal turismo
Il turismo può insegnare molto al vino e soprattutto al turismo del vino perché è più grande veloce e comunica in modo più innovativo. Vediamo cosa c’è di nuovo
di Donatella Cinelli Colombini Montalcino Casato Prime Donne
Il più grande gruppo mondiale del vino, la Costellation Brand ha un fatturato di 2.078 milioni di Euro. Nel panorama del vino sembra un gigante ma se confrontato al maggior player alberghiero appare un nanetto: il nuovo gruppo, nato dalla fusione di Starwood e Marriott, ha un business di 20 miliardi di Dollari cioè è dieci volte più grande della Costellation.
Il turismo è un settore enorme e velocissimo che anticipa le tendenze e quindi è giusto guardarlo con attenzione. In questo senso va letta la classifica che vede la Cina al primo posto fra i Paesi generatori di fatturato turistico con 164 miliardi pari al 13% del totale del business. La Cina non è ancora il maggiore mercato del vino ma sta scalando la classifica esattamente come ha fatto nel turismo.
L’Italia è la destinazione turistica più desiderata nel mondo ma, se andiamo a vedere i risultati concreti si piazza solo al 5° posto per arrivi di turisti esteri con 48 milioni di viaggiatori che varcano i confini. In altre parole siamo un Paese più attraente ma poi non riusciamo a portare “a casa” i turisti. Mancano rotte aeree, porti, linee di treni ad alta velocità, autostrade, un sistema di promozione turistica efficiente….
Avviene esattamente come con il made in Italy, un brand che fa arricchire i produttori di italian sounding più delle nostre imprese agroalimentari. Ovviamente le dimensioni sono diverse, il business turistico italiano vale 67 miliardi che diventano 165 con l’indotto mentre Il vino tricolore ha un giro d’affari di 9,4 miliardi di cui 5 venduti all’estro. Un granello in confronto al turismo! Tuttavia la situazione è simile, un enorme potenziale che non si trasforma in sviluppo.