Letto per voi Tag

I 10 Champagne più cari del mondo

“The Drinks Business” la rivista on line delle classifiche più sorprendenti, mette in fila gli Champagne più esclusivi e costosi

 

Champagne Goût de Diamants

Champagne Goût de Diamants

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

 

<<Lo Champagne è da tempo sinonimo di qualità e opulenza, ma si è anche costruito una solida fama nel lusso>> dice la presentazione della classifica sottolineando come ci siano collezionisti entusiasti e molto ricchi pronti a sborsare cifre enormi per bottiglie rare. Ecco che molte Maison de Champagne producono per loro serie limitate di magnum o jeroboams e ci sono bottiglie da 750 Cl con prezzi da capogiro.

 

TOP 10

 

L’oggetto di questa classifica dello Champagne dei nababbi sono le serie limitate di bottiglie con prezzi tratti dal principale motore di ricerca WineSearcher.com

 

Al 10° posto troviamo Moët & Chandon Bi Centenary Cuvée Dry Imperial 1943 a sole 832 Steriline prodotto in 1943 bottiglie per celebrare i 200 anni dalla fondazione.

posto per Krug Brut David Sugar Engraved ‘Quail Design in Flowering Tree’ – 1,080 Sterline, piccola serie di bottiglie serigrafate.

8° posto: ancora un Moet & Chandon Dom Perignon by Karl Lagerfeld – £1,169 serie limitata disegnata dallo stilista Karl Lagerfeld che ha firmato i modelli di Fendi ed ora è il direttore

creativo di Chanel.

7° posto per Krug Private Cuvée – £1,189 della multinazionale del lusso LVHM.

Chi è il nuovo Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina

35 anni, un diploma di perito agrario e anni di politica come esperto di agricoltura. Le premesse perché il bel bergamasco diventi un grande Ministro ci sono

Ministro Maurizio Martina

Ministro Maurizio Martina

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Dal 2009, in cinque anni, abbiamo avuto 8 ministri all’Agricoltura: Paolo De Castro, Luca Zaia, Giancarlo Galan, Francesco Saverio Romano, Mario Catania, Nunzia De Girolamo, Enrico Letta ad interim e adesso Maurizio Martina.
Una frammentazione che, basterebbe da sola a rendere poco efficace l’azione di governo ma ad essa si aggiunge l’arresto di una parte del personale dirigente e l’imbottitura di parenti, clienti e grandi elettori che molti ministri hanno fatto fra le file dei dipendenti di alto grado.
Alla fine un ministero un grandissimo affanno che ha un estremo bisogno di un ministro che duri molto, sappia molto di coltivazioni e allevamenti ma soprattutto lavori moltissimo. Tutti gli agricoltori, forti del nuovo prestigio che la crisi ha conferito al primo settore –fra i pochi che hanno tenuto in termini di produzione e addetti- fanno il tifo per Maurizio Martina. E’ interesse generale che ce la faccia.
Ma chi è?
35 anni, sposato e padre di due bambini, ha un bell’aspetto e una faccia aperta e intelligente. Dopo la maturità presso l’Istituto agrario di Bergamo si è laureato in Scienze Politiche. A 26 anni era già segretario provinciale dei DS e a 29 è diventato segretario regionale. Insomma Martina è uno che brucia le tappe.

Il vino rende il latte più buono

Una ricerca australiana ha dimostrato che aggiungendo vinaccia al mangime delle mucche  il latte è più abbondante, più salutare e le mucche inquinano meno

Peter Moate e mucca alimentata con vinaccia

Peter Moate e mucca alimentata con vinaccia

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Dunque le bucce dell’uva fanno bene anche alle mucche Non solo fanno più latte (5%) ma lo fanno sei volte più ricco di acidi grassi insaturi, cioè di quei componenti che ci preservano contro l’artrite, il diabete e il cancro. Mica male vero?  

La scoperta arriva dal Dipartimento Agricoltura dello stato di Victoria in Australia dove un team di ricercatori guidati da Peter Moate ha misurato gli effetti dell’aggiunta di vinacce essiccate al mangime delle mucche. Hanno usato quello che rimane dopo la produzione del vino, cioè vinaccioli e bucce dell’uva, parti che vengono distillate per la produzione di grappa e che hanno un valore economico vicino allo 0. 

L’uva diventa un po’ come il maiale di cui tradizionalmente non si butta via niente. Infatti, i residui della lavorazione del vino, una volta essiccati e aggiunti al mangime delle mucche fanno persino diminuire le loro puzzette. Le mucche emettono metano come effetto della flatulenza della ruminazione.

I piccoli vini dei grandi produttori

I grandi wine makers producono solo eccellenze? No i grandi produttori danno un tocco di eccezionalità anche ai loro vini meno costosi

Wine Spectator

Wine Spectator

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
L’argomento è intrigante e ci viene proposto da Matt Kramer, editorialista del Wine Spectator. Il punto di partenza del suo ragionamento è Frank Sinatra << … se vuoi capire perché Sinatra è così straordinario, ascolta come interpreta le canzoni minori, come ci mette una profondità che gli altri non hanno>> Secondo Kramer succede la stessa cosa nel vino. Ovviamente la qualità del risultato dipende dalla vigna ma l’impegno e l’intuito dei produttori e, spesso, massicci investimenti, consentono di arrivare a grandi risultati da terreni buoni e non solo da vigneti straordinari, sono, per Kramer << i Sinatra del mondo del vino>>. Per dimostrare la sua teoria, il giornalista del Wine Spectator racconta della cantina Wine & Soul della zona del Douro. Questa azienda produce un vino rosso importante venduto a 100 $ la bottiglia, il Quinta da Manoella Vinhas Velhas 2010. La stessa cantina produce anche un bianco -il Guru Branco– ottenuto da quattro vitigni autoctoni in un vigneto con bassissima produzione per pianta. Kramer racconta di averlo servito alla cena di un wine lover molto ricco, di quei tipi che apprezzano una cena solo se è accompagnata da bottiglie da 1000$. Il facoltoso commensale resta affascinato da questo vino finché non scopre che costa solo 37$.

Cos’è il vino sostenibile?

L’obiettivo del vino sostenibile va raggiunto presto ed è ambientale, sociale ed economico. Complesso, va dalla biodiversità all’uso corretto delle risorse

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Domenico Zonin

Domenico Zonin

<<Il vino può diventare la nuova frontiera della sostenibilità perché ce lo chiede il consumatore e il nostro senso di responsabilità verso le nuove generazioni>> dice Domenico Zonin Presidente di Unione Italiana Vini. Ma com’è la vigna sostenibile? Le risposte dei legislatori e soprattutto della scienza sono vaghe e purtroppo, come spesso avviene, in ritardo. Quello che esce fuori dall’ultimo SIMEIdi Milano, dove l’argomento sostenibilità ha avuto un ruolo centrale, è che la riduzione dei fitofarmaci e indispensabile ma non sufficiente. L’obiettivo rendere sostenibile la maggior parte, se non tutta, la produzione enologica richiede, inoltre, dalla sua condivisione da parte della rete commerciale. In altre parole, l’aggravio di costi e la riduzione delle rese ricade sul prezzo dei vini e ha bisogno di

Magis-i-vini-sostenibili-degustati-

Magis-i-vini-sostenibili-degustati-

rivendite specializzate come le americane BEVmax oppure Whole foods. Un vero paladino della sostenibilità enologica è Ettore Capri, professore ordinario di Chimica agraria all’Università di Piacenza alla guida del VIVA Sustainable Wine <<i consumatori chiedono prodotti sostenibili che testimonino il rispetto, ad esempio, del lavoro minorile, della salute dei lavoratori e degli astanti, dell’economia locale e delle tradizioni>> (Corriere Vinicolo 2013 n°46)
In un argomento così interdisciplinare i contributi sono i più diversi ma purtroppo vanno avanti senza nessun coordinamento: Julien Blanc con il Carbon4 e il calcolo delle emissioni, Joel Rochard punta l’indice sull’acqua e la biodiversità, Lucrezia Lamastra critica gli indicatori in uso nella viticultura, VIVA parte da aria, acqua, vigneto e territorio per definire le buone pratiche con particolare attenzione agli agrofarmaci. .

Wine blogger e cantine on line. Il vino italiano 2.0 decolla

Vinitaly apre ai wine blogger e accredita gli autori web, insieme a questa notizia arriva la pagella sull’immagine internet delle grandi cantine italiane

HackWine

HackWine

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Svolta digitale per Vinitaly 2014 che apre le porte ai wine blogger italiani dopo che, nel 2013, c’era stata una prima esperienza con gli stranieri. Una decisione rivoluzionaria che sembra ispirata dalla vulcanica Steive Kim e dal suo orientamento sull’information technology
Un esercito di appassionati e scatenatissimi wine lovers on line si prepara a prendere d’assalto la maggiore fiera del vino italiana. E’ la prima volta che questi autori ricevono l’accredito ufficiale da Veronafiere, in precedenza riservato ai giornalisti iscritti all’albo, un debutto che crea un’attesa e un entusiasmo particolari. Si tratterà dunque del primo Vinitaly on line collegato con tutti gli appassionati di vino del mondo. La decisione di Vinitaly segna il riconoscimento della rete come decisivo influencer del mercato. Le prime reazioni delle << torme di assetati winebloggaroli>> sono entusiaste come ha scritto Intravino che è già pronto a <<affilare i bicchieri>>.

Il cibo da strada diventa stellato

E’ quello più di tendenza, il fenomeno socio-gastronomico top degli ultimi 20 anni e ora attrae personaggi come Ciccio Sultano, Massimo Bottura e Davide Scabin

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Mario Uliassi streetfood

Mario Uliassi streetfood

Il punto di partenza sono i libri di Clara e Gigi Padovani <<Street food all’italiana >> e Luca Iaccarino <<Cibo di strada. Il meglio dello street food in Italia>> ma soprattutto i bellissimi articoli di “BB Horeca” dicembre 2013 scritti da Mariangela Molinari.
La novità del cibo da strada è la versione lusso recentemente premiata dalla guida del Gambero Rosso. Vince nel 2013 Cristina Bowerman dello stellato romano “Glass Osteria” per il panino di pastrami di lingua, al secondo posto Valeria Picchi “Da Caino” per il tris di trippe e lampredotto. Insomma mangiano sul marciapiede, non più solo muratori, ma anche giovani in carriera, di quelli che fanno solo ciò che va di moda.
Molti grandissimi chef hanno attrezzato una roulotte come lo stellato Mauro Uliassi di Senigallia. Di questa esperienza Mauro dice <<se tolgo i camerieri, la mise en place, gli arredi, i tavoli e il cibo semplicemente a quello che è, proponendolo su un pezzo di carta, ho la preparazione di un cuoco stellato a un costo da strada>>. Ma questo è fantastico!

Il minicorso con super docenti di Maurizio Castelli

Per chi è affascinato dai grandi vini e vorrebbe produrli, questa è un’occasione unica per imparare da un enologo di fama mondiale: Maurizio Castelli

 

Antonella Piredda Maurizio Castelli

Antonella Piredda Maurizio Castelli

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Il posto è strepitoso: ,  Vitis Vinifera un’enoteca scavata nella roccia nel minuscolo ma bellissimo borgo di Montisi (8 km dalla Fattoria del Colle)  nella campagna senese. Lui è un enologo quasi leggendario per competenza, creatività e coraggio: Maurizio Castelli. Suoi sono i vini di Joe Bastianich e Badia Coltibuono così come uno dei miei Brunello preferiti Le Ragnaie. 

Il corso di viticultura e enologia ha docenti del calibro di Roberto Bandinelli, il maggior esperto dei vitigni autoctoni toscani. I temi delle 13 lezioni sono quelli classici con qualche eccezione, ed ecco che insieme alla potatura e al costo di produzione c’è la lezione sulla vera e la falsa biodinamica.

Vitis Vinifera Montisi 5

Vitis Vinifera Montisi 5

Il tutto a soli 180€
Chi vuol diventare produttore di vino oppure vuol saperne di più non perda questa occasione straordinaria di acquisire conoscenze, stimoli e amici.

CORSO DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA ALTERNATIVE IN 13 LEZIONI
dal 3 aprile al 26 giugno
ogni giovedì (tranne venerdì 2 maggio) alle ore 19
durata di ogni lezione: 1,5- 2 ore

C’è vita fuori dalla rete

A volte diciamo che è per lavoro, altre che è per passare il tempo, altre ancora neghiamo e basta. Ma la verità è che si è troppo connessi. E per vivere bene, bisogna staccare.

Letto per voi da Bonella Ciacci

Dipendenza da internet

Dipendenza da internet

Molte delle persone che leggeranno questo articolo non si riconosceranno nelle caratteristiche di chi soffre della sindrome da vuoto digitale. Alcuni temo però stiano mentendo a loro stessi.
La sindrome da vuoto digitale è ormai una realtà, tanto che nel 2012 venne inserita nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), con il termine tecnico di IAD (Internet Addiction Disorder). Si tratta sostanzialmente dell’ossessione da connessione, del bisogno patologico di essere sempre connessi, tramite pc o altri device (smartphone, tablet, etc). Questo disturbo fu già proposto dallo psichiatra americano Ivan Goldberg, indicando alcuni “sintomi” o campanelli di allarme che ci possono avvisare dell’insorgere del problema. Kimberly Young ha poi successivamente elaborato un test per verificare la presenza di questa sindrome, lo IAT (Internet Addiction Test).

Provate sinceramente a domandarvi se vi riconoscete in uno o più punti che gia il Dottor Goldberg mise a punto, e siate sinceri con voi stessi:

I produttori di vino pagano bene e incassano male

Il paradosso dell’articolo 21 che ha aggravato i ritardi dei pagamenti anziché risolvere il problema, meno del 20 % del vino pagato alla scadenza

cassa

cassa

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Un’interessantissima indagine di Cribis D&B, ottimamente commentata dal “Corriere vinicolo” ci rivela, dati alla mano, la sconcertante realtà di un Paese dove i produttori di vino, e in genere tutti gli agricoltori, pagano i loro conti alla scadenza o con piccoli ritardi (solo il 12% supera i 30 giorni di ritardo) mentre sono fra quelli che riscuotono per ultimi. I dettaglianti pagano alla scadenza il 40% delle forniture mentre con gli alimentari, quindi anche il vino, questa percentuale scende al 17%.

Vivi un anno con un bicchiere di vino rosso al giorno

Ecco il responso scientifico: un anno e mezzo di vita in più per le donne e un anno e 3 mesi per gli uomini

coppia anziana con bicchiere di vino

coppia anziana con bicchiere di vino

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Altro che elisir di eterna giovinezza, meglio il vino! Nicola Orsini, Andrea Bellavia, Matteo Bottai e Alicja Wolk hanno esaminato un campione di 67 mila svedesi di mezza età o anziani per 15 anni lavorando all’istituto Karolinska di Stoccolma. Da notare il luogo dove è stata effettuata la ricerca, la Svezia, dove la vendita degli alcolici passa esclusivamente attraverso i negozi del monopolio governativo, il potentissimo Systembolaget, un Paese cioè dove le eredità del proibizionismo sono ben evidenti e il consumo di vino è ancora guardato con una certa preoccupazione dalle autorità pubbliche.

Maria Grazia Lungarotti fra le Donne ad Alta quota

La creatrice dei Musei del Vino e dell’Olio di Torgiano è stata scelta della Fondazione Belisario per aver portato il made in Italy nel mondo

FamigliaLungarotti

FamigliaLungarotti

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

La Fondazione Bellisario festeggia i suoi 25 anni con una mostra al Palazzo Reale di Milano (fino al 9 marzo 2014) dove presenta le donne che, nel corso degli anni, sono state insignite della “Mela d’oro” riconoscimento del successo femminile nella società e nel lavoro. Maria Grazia Lungarotti, “Mela d’oro” 2010 sarà presente alla mostra con il volume Vino. Tra mito e cultura (Skira 2006).

Nel 2014 Maria Grazia è fra le “Donne ad Alta quota” titolo con cui la Fondazione Bellisario premia il saper fare femminile. Una donna del mondo del vino, che ha dato un contributo determinante nella comprensione degli aspetti culturali dell’enologia. Storica d’arte e archivista, animatrice instancabile ed eclettica della vita culturale italiana, Maria Grazia Lungarotti ha ideato il Museo del Vino di Torgiano (1974) a cui si è successivamente affiancato il Museo dell’Olivo e dell’Olio; 5.000 anni di storia raccontati e insegnati attraverso mostre e laboratori didattici. Due centri culturali di importanza internazionale che Maria Grazia guida attraverso la Fondazione Lungarotti.

Cambridge per diventare uno scienziato wine lover

Cambridge University, un mito per la ricerca, la didattica….e il vino: consuma 3 milioni di Sterline di vini ogni anno e il nostro entusiasmo sale alle stelle

Annual Dinner 2007, with Château Mouton-Rothschild,

Annual Dinner 2007, with Château Mouton-Rothschild,

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Se consultiamo i QS World University Rankings vediamo che il centro formativo più prestigioso di sua maestà britannica, è sempre fra i primi atenei del mondo insieme al MIT Massachusetts Institute of Technology e l’Università di Harvard. 

Che forza!!!! Non solo sforna le migliori menti matematiche e tecnologiche ma se la gode pure! 7,9 milioni di Sterline di vino in tre anni. L’Università di Cambridge comprende una trentina di College dove la passione per le grandi bottiglie è generalizzata anche se in alcuni casi lascia basiti: il King’s College, con i suoi 402 studenti, compra ogni anno 338.000 £ di vini. Evidentemente il nettare di bacco fa bene alla mente altrimenti non capiremmo come abbia il record di Premi Nobel, con ben 89 vincitori.

Wine Enthusiast una rivista che punta sulle donne

Dopo aver valorizzato Monica Larner e Kerin O’Keefe la rivista statunitense continua a dimostrare grande fiducia nelle donne e ne premia due straordinarie

Barbara Banke

Barbara Banke

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Monica Larner oggi assaggiatore dei vini italiani per Wine Advocate è stata “scoperta” da Wine Enthusiast che per primo le affidò il ruolo di italian editor. Dopo di lei Wine Entusiast ha affidato a un’altra donna la valutazione delle migliori bottiglie made in Italy: Kerin O’Keefe.
Abbiamo dunque una testata che crede molto nelle donne del vino e i “Wine Enthusiast Wine Stars award” 2013 ne sono una ulteriore riprova. Le donne sono solo due ma con premi importantissimi: il personaggio del vino dell’anno è Barbara Banke della Jackson Family Wines JFW e il sommelier dell’anno è Alpana Singh The Boarding House. Fra i vincitori un solo italiano ma importantissimo, Gianni Zonin.