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IL NEGOZIO DELLA CANTINA TURISTICA (3)

IL BANCONE DI VENDITA DELLA CANTINA, LA CASSA E LA MUSICA, LE SPEDIZIONI, IL SOTTO BANCO E IL DIETRO AL BANCO, LO SCAFFALE, LA PUBBLICIZZAZIONE DEI PREZZI

il negozio della cantina turistica Fattoria del Colle Toscana

il negozio della cantina turistica Fattoria del Colle Toscana

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination, #brunellodimontalcino 

BANCO DI VENDITA

Assomiglia a quello dei negozi e deve essere grande per consentire la vendita del vino, la preparazione degli assaggi e persino la piccola degustazione ai clienti che vengono solo per comprare.
Solo le cantine con grandissimi flussi turistici possono permettersi di dividere queste due attività e raddoppiare il personale.
Si tratta di uno spazio attrezzato che va progettato per accrescere l’efficienza del servizio e ridurre i tempi di attesa dei clienti.
Sempre più spesso è presente il ricevitore di cassa che velocizza le vendite soprattutto se c’è una pistola e le bottiglie hanno un codice a barre. Circa l’obbligo o l’opportunità di usare il registratore di cassa al posto dei vecchi blocchetti di ricevute è indispensabile consultare il proprio commercialista.
Il ricevitore permette di velocizzare anche le operazioni successive alla vendita perché scarica il vino dai registri di cantina e carica la vendita nella contabilità. Anche tutte le statistiche di vendita risultano molto più semplici. Altro strumento utilissimo è il pos per ricevere i pagamenti con carta di credito o telefono.

COME IL NEUROMARKETING AIUTA IL TURISMO DEL VINO 13

L’utilizzo dei sensi diversi dalla vista e il gusto è ancora largamente sottostimato nella costruzione della wine hospitality e delle esperienze enoturistiche

 

neuromarketing-e-vino-uso-della-luce-e-dei-suoni-per-creare-esperienze-Casato-Prime-Donne-Montalcino

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di Donatella Cinelli Colombini

Mi riferisco a tatto, odorato, udito oltre ovviamente alla vista e al gusto che sono i sensi più coinvolti nell’esperienza enoturistica. Ecco che alterare superfici ruvide e lisce sull’etichetta stimola le emozioni, così come gli odori sollecitano i ricordi e Marcel Proust lo aveva già descritto all’inizio del Novecento “À la recherche du temps perdu”.

 

VINCENZO RUSSO E L’APPLICAZIONE DELLE NEUROSCIENZE AL VINO

La neuroscienza ci dice che i suoni possono essere molto coinvolgenti, come l’ascolto dei rumori del vino che gorgoglia nelle botti. La musica può spingere i visitatori a muoversi più o meno velocemente, oppure può rilassarli nell’attesa davanti alla cassa. Le alte frequenze fanno sembrare i vini più strutturati e tannici e le basse frequenze li fanno percepire più morbidi e rotondi. C’è persino una correlazione fra la musica classica più importante – penso a Mozart – e la predisposizione ad assumere comportamenti raffinati e ordinare vini costosi che si chiama “effetto Lafite”.

 

LA LUCE COME CREATRICE DI ESPERIENZE E PERCEZIONI

neuromarketing-e-vino-uso-della-luce-e-dei-suoni-per-creare-esperienze-Fattoria-del-Colle-Toscana

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Anche la luce aiuta la costruzione dell’esperienza enoturistica. C’è chi usa le candele, come in certe cantine della Valle del Reno, oppure chi si affida ai lighting designer per creare suggestioni e guidare l’occhio del visitatore. Ci sono spettacoli di grandi dimensioni con proiezioni statiche o interattive e 3d note come video mapping, fino ad arrivare all’ultima creazione di proiezione immersiva, capace far entrare il wine lover in un mondo fantastico nel tempo e nello spazio. Penso alla Tenuta Canova dove i Masi fanno vivere ai clienti l’esperienza della vinificazione dentro un tino gigante.

Quello che occorre ricordare in ogni cantina, è che le luci fredde, da sala operatoria, creano stress con il risultato di abbassare la piacevolezza dell’assaggio, vanno quindi evitate.

La luce naturale è sempre apprezzata così come gli spazi aperti.