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Ladri “sommelier” nelle cantine di Brunello

Il 5 dicembre a Cupano e il 20 gennaio a Col d’Orcia. La prima volta 900 bottiglie e la seconda mille scegliendo accuratamente le annate più care

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne

Un tempo i furti su commissione riguardavano opere d’arte talmente famose da non poter essere esposte per cui il nuovo proprietario doveva goderle in solitudine. In pratica il collezionista truffaldino poteva avere un Caravaggio pagandolo solo poche centinaia di migliaia di Euro invece dei 10 milioni che gli sarebbe costato sul mercato, ma poi non poteva mostrarlo ad altri o venderlo senza rischiare le manette.
Ora i furti su commissione hanno cominciato a interessare il Brunello ed è evidente che hanno alle spalle un’organizzazione capace di riciclare grandi vini perchè i malviventi scelgono le bottiglie come esperti sommelier ma non le possono immettere sul mercato.

ladri-nella-cantina-Col-d'Orcia-a-Montalcino

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La prima volta i ladri sono andati nell’azienda Cupano mentre i proprietari, Lionel e Ornella Cousin erano assenti. Sono entrati in ufficio cercando le chiavi della cantina e non avendole trovate hanno forzato le porte portando via 900 bottiglie di Brunello Riserva.  Detto così potrebbe sembrare una banda che poi fa entrare il Brunello nel normale circuito commerciale delle enoteche e dei ristoranti. Ma invece questo non è possibile perché il contrassegno di stato che chiude ogni bottiglia ha un numero progressivo che viene registrato dal Consorzio del Brunello e pubblicato nel sito per cui, qualunque acquirente, digitandolo, potrebbe sapere di avere davanti una bottiglia rubata e denunciare chi l’ha venduta. Quindi la refurtiva ha un’altra destinazione, verosimilmente dei wine lovers ricco ma poco onesti e capaci di consumare quantità enormi di bottiglie molto pregiate. Infatti il secondo furto è arrivato poco dopo, ed è stato ancora più abile e consistente del primo.

Mr Brunello James Suckling cittadino di Montalcino

La cittadinanza onoraria di Montalcino a James Suckling è un segno di stima e di riconoscenza per un uomo a cui il Brunello deve tantissimo

JamesBioDi Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Montalcino, Casato Prime Donne

Con grande intelligenza il comune di Montalcino decise alcuni anni fa di conferire la cittadinanza onoraria a James Suckling, Mr Brunello, come lo chiamano i wine critics statunitensi per la sua grande passione per il rosso toscano.
Il Sindaco Silvio Franceschelli gli consegnò il documento il 20 gennaio 2018, nel palazzo comunale che svetta nel centro cittadino e fu l’ultimo libero comune italiano. Un luogo che racconta la storia nobile e guerriera delle “città stato” e, in epoca più recente, è diventato il simbolo del Brunello perché all’esterno delle sue mura in pietra sono affisse le mattonelle con le stelle attribuite a ogni vendemmia.
Uomo raffinato, colto e anticonformista, James Suckling parla correntemente francese e italiano. Ha assaggiato oltre 200.000 vini nella sua vita professionale e possiede una cultura enologica sconfinata su ogni regione viticola del mondo.

James si innamorò del Brunello alla fine degli anni ’80, quando era un giovane redattore-degustatore del Wine Spectator. Negli anni successivi trasmise il suo entusiasmo ai più competenti e esigenti consumatori statunitensi fino a farlo diventare una vera moda.

JAMES SUCKLING VISITO’ LE CANTINE UNA PER UNA

James Sucking Brunello dinner

James Suckling Brunello dinner

A quell’epoca il Brunello era ancora un vino conosciuto da pochi intenditori. Ma lui cominciò a visitare le cantine una per una, assaggiando tutte le bottiglie in una degustazione plenaria annuale e pubblicando i giudizi al pari dei vini di Bordeaux o della Borgogna. <<Erano una quarantina>> racconta << mentre ora ce ne sono duecento>>. Il suo amore per la Toscana lo ha spinto a risiederci e tutt’ ora ha una casa al Borro in provincia di Arezzo, oltre a quella a Hong Kong che gli serve come base per i suoi soggiorni di sei mesi all’anno in Asia.

Vino e arte il nuovo Rinascimento è nel vino

Piemonte e Toscana capofila del mecenatismo culturale che parte dal vino: istallazioni artistiche, cantine d’autore, sculture, concerti. Una gara di visibilità

Vino e arte Cappella del Barolo di David Tremlett e Sol LeWitt,

Vino e arte- Ceretto- Cappella del Barolo di David Tremlett e Sol LeWitt,

Di Donatella Cinelli Colombini

Vino e arte, u mecenatismo che è iniziato con le cantine d’autore. Ma sono ormai troppe per fare notizia e competono con progetti di fabbriche, ponti, centri commerciali … firmati dagli stessi archistar. Per questo, negli ultimi anni l’investimento si è spostato sulle istallazioni artistiche. La più sensazionale è stata la Floating Piers di Christo sul Lago d’Iseo nel distretto della Franciacorta con i suoi 1,2 milioni di visitatori. Un successo clamoroso che probabilmente la colloca al primo posto nel mondo fra le opere più viste del 2016. E ai produttori non è costata niente!
Tre bicchieri – settimanale economico del Gambero Rosso, ci fornisce le percentuali degli investimenti culturali del vino: il 51% sono progetti artistici in senso lato, 15%

Arte e vino- Cà del Bosco-Cancello-Solare

Arte e vino- Cà del Bosco-Cancello-Solare

musei, 9% premi o sponsorizzazioni di opere e restauri, 7% eventi, 5% etichette o packaging, 2% cantine d’autore (fonte WINE+FOOD+ARTS x TOURISM = LA BUONA ITALIA a cura del Laboratorio Gavi).
La maggior parte dei collezionisti d’arte – produttori di vino, coltivano la loro passione da anni, come a Marco Pallanti del Castello di Ama, oppure Maurizio Zanella a Cà del Bosco. Ma solo ora il loro mecenatismo è stato sovraesposto andando su tutti i giornali, ne sono un esempio i Marchesi toscani Antinori e Frescobaldi.

Nocchianello Nero nella terra del Pitigliano bianco

Enoturismo e antichi vitigni vulcanici. Pitigliano, città del tufo, cerca di rilanciarsi usando le sue specificità e i vitigni autoctoni Nocchianelli

Pitigliano-Luca-Sani-Presidente-Commissione-Agricoltura-Camera-Deputati- Carlo-Pietrasanta-MTV-Donatella-CinelliColombini

Pitigliano-Luca-Sani-Presidente-Commissione-Agricoltura-Camera-Deputati- Carlo-Pietrasanta-MTV-Donatella-CinelliColombini

Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, Brunello, Casato Prime Donne

Sabato 13 gennaio, a Pitigliano, un convegno organizzato dalla Banca Tema per rilanciare il vino e il turismo del vino. <<Pitigliano è rimasto fuori dalla fase felice del vino toscano>> ci dicono all’inizio del convegno e Aldo Lorenzoni, del Consorzio Vini Soave, rincara la dose <<per noi dei vini bianchi non è certo un periodo facile>>. Ma è Luca Sani grossetano di Massa Marittima e Presidente della Commissione Agricoltura della Camera a rimettere le cose nella giusta prospettiva <<mio nonno era mezzadro e dovette andare in miniera per sfamare gli otto figli. Ancora all’inizio del Novecento i contadini non trovavano moglie perché la loro vita era troppo dura e le parrocchie facevano venire delle donne dal Sud per farli sposare >> come dire: ma vi ricordate da dove siamo partititi?

Pitigliano-Donatella-CinelliColombini-Violante-Gardini-CinelliColombni

Pitigliano-Donatella-CinelliColombini-Violante-Gardini-CinelliColombni

<<Pitigliano ha una delle prime DOC italiane e un territorio di straordinaria vocazione per il vino>> ha continuato l’Onorevole Sani <<interventi normativi come quelli sull’enoturismo creano nuove opportunità soprattutto per luoghi unici come questo …. il Ministero e la Regione stanno investendo molto e particolarmente sulle aziende agricole condotte da giovani >> come dire: forza non scoraggiatevi, c’è la possibilità di farcela!

Enoteche quando le scelte coraggiose premiano

Ricerca, scelte forti e esclusività: ecco le parole che fanno rinascere le enoteche come i luoghi preferiti dai wine lovers. Natura, tradizione e personalizzazione

Andrea-Gori-enoteche

Andrea-Gori- wine expert e blogger ci fa conoscere 2 enoteche fiorentine cult

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne

Tre esempi che fanno riflettere sul ruolo dei wine store in un’epoca di e-commerce selvaggio e GDO imperante. Tre esempi di enoteche molto diversi ma caratterizzati da scelte coraggiose che non possono piacere a tutti ma si rivolgono a una nicchia e questo li porta al successo.
A Milano, nel nuovo shopping district di City Life ha appena aperto “Svinazzando” il primo Personal Wine Bar. Tutto può essere personalizzato: bottiglie ed etichette, percorsi di degustazione e signature cocktail, ma anche allestimenti come la mise en place – dai bicchieri, alle posate fino agli stessi tovaglioli – e, in futuro, anche le opere d’arte esposte dentro l’enoteca.

Pitti Gola e Cantina Edoardo Fioravanti

Pitti Gola e Cantina Edoardo Fioravanti

Un anno fa lessi che una delle nuove tendenze mondiali era l’esclusività “a prezzi abbordabili” e Svinazzando è un esempio spettacolare di questa moda. Partendo da un’ottima gamma di bianchi, rossi, rosati e bollicine è possibile creare la propria bottiglia e firmarla. Esattamente come da noi in cantina. Solo che nello store milanese di Matteo De Pedys la scelta riguarda anche i materiali dell’etichette (pvc, fibra di carbonio, tessuto, platino, oro, argento, cioccolato), fino al colore delle capsule, ai materiali di imbottigliamento e persino alle dimensioni (standard 0,75 litri, magnum 1,5 litri, Jèroboam 3 litri e Mathusalem 6 litri). Fantastico vero!

Brunello 2013 annata vecchio stile

Un Brunello elegantissimo, complesso, profondo e di grande armonia che vivrà decine d’anni. Dopo la maturazione in botte il Brunello 2013 si rivela straordinario

Nel 2013 la maturazione dell’uva fu lenta e la vendemmia avvenne alla fine di settembre. Un’annata “vecchio stile” la definì Attilio Scienza celebre e stimatissimo professore di viticultura all’Università di Milano, che fu il primo a capirne il potenziale qualitativo.
Temperature estive più basse degli anni precedenti, terreni ricchi d’acqua e un ciclo

Brunello 2013 Casato Prime Donne

Brunello 2013 Casato Prime Donne

vegetativo lungo sono le caratteristiche del 2013 e quelle che, tradizionalmente, danno origine a vini longevi, complessi e memorabili.

Queste caratteristiche si associano a un altro elemento altrettanto importante: nel 2013 la pioggia aveva disturbato la fioritura e quindi il numero e la dimensione dei grappoli era inferiore al normale. Le vendemmie scarse sono quasi sempre di altissima qualità.

In un primo momento, tuttavia, non tutti prevedevano l’eccezionalità del futuro Brunello 2013 che invece, dopo la maturazione in botte si è rivelato di straordinaria complessità, eleganza e finezza. Circostanza simile al 1999 annata che, partita in sordina, fu poi considerata una delle migliori vendemmie del Novecento.

Chef e cocaina: Cernilli apre una nuova polemica

Daniele Cernilli Doctor Wine si conferma coraggioso e provocatorio. E’ il primo a parlare in Italia dell’argomento chef e cocaina ma il problema esiste

chef e cocaina - cucina di ristorante

chef e cocaina – cucina di ristorante

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne

Chef e cocaina: tutti sussurrano ma ufficialmente nessuno lo dice, anche perché l’antidoping per gli chef non esiste, come non esiste per il mondo dello spettacolo, per gli scrittori, i manager, per gli avvocati, per i broker di borsa e per tante altre professioni con orari pesanti e stress forti. Sono questi lavori dove molti si aiutano con stimolanti e poi con sonniferi per adattarsi ai tempi e alla concentrazione che serve a mantenere performance altissime.
Invece, non ci crederete, l’antidoping c’è per i trattoristi e noi aziende agricole siamo obbligati a sottoporre chi guida il trattore a una visita specialista in modo che risultino ufficialmente non tossicodipendenti.

chef e cocaina

chef e cocaina

Quindi gli chef stellati che fanno uso di cocaina ci sono, e non sono i soli ma, come tante cose italiane, “è un segreto di Pulcinella” di evidenza incontrovertibile, altrimenti non si spiegherebbe perchè l’aria di Roma contiene tracce di mitica polvere bianca. Se la cocaina non fosse molto diffusa come avrebbe fatto ad inquinare persino l’aria ele acque reflue di Firenze?

Il 2017 di Donatella: anno ricco con vendemmia povera

Con gli auguri più affettuosi di un bellissimo 2018 vi mando qualche ricordo dell’anno 2017che è stato davvero fantastico anche se con poca uva

Natale

2017 – 2018 Capodanno alla Fattoria del Colle

Donatella Cinelli Colombini

Finisce un 2017 con poca uva ma con grandi risultati commerciali. Le cantine del Casato Prime Donne a Montalcino e della Fattoria del Colle a Trequanda vendono in 37 Paesi esteri e il vino delle nostre vigne è appena sufficiente a coprire le richieste del mercato. Anzi per alcune tipologie, come il Rosso di Montalcino, il Cenerentola DOC Orcia e l’IGT Drago e le 8 colombe, abbiamo venduto il vino di due vendemmie dando fondo alle scorte mentre il Brunello 2012 è stato razionato per farlo arrivare fino a Natale. Il volume d’affari segna un + 17% spettacoloso considerando che l’ufficio commerciale di Violante non disponeva del Brunello riserva .

Cenerentola Natale 2012 in cantina

Cenerentola 2017-2018 capodanno in cantina alla Fattoria del Colle

Un successo che fa leva sulla qualità del vino (brave cantiniere!) e parte dalle vigne dove la cura quotidiana delle piante -oltre al ritorno ai vecchi sistemi di potatura invernale e al biologico- ha permesso la produzione di ottima uva anche nelle annate, come questa ultima, dove il clima ha fatto i capricci. La raccolta 2017 è stata scarsa, soprattutto alla Fattoria del Colle che ha un terreno sabbioso e è stata letteralmente presa d’assalto da cinghiali e caprioli. Per questo dopo aver recintato le vigne di Montalcino vengono recintate anche quelle di Trequanda.
Bene anche l’agriturismo e il ristorante che segnano un + 55% di fatturato e ancora meglio le vendite in cantina che ormai rappresentano il 15% del business del vino. Le nostre scelte legate alla tradizione e all’accoglienza hanno finalmente dato i frutti sperati.

Scandalo degli whisky più cari falsi

Bottiglie con 80 anni in etichetta che in realtà ne hanno 10. Ora gli acquirenti dei Whisky più cari vogliono le expertise 

Whisky Macallan del 1878

Whisky Macallan del 1878

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne, Brunello

Tutto inizia nell’albergo svizzero , quando un cliente cinese paga 9,999 Franchi svizzeri per un assaggio di  Whisky Macallan del 1878.
Quando le immagini della vendita iniziano a circolare gli esperti di bottiglie false rizzano le orecchie segnalando qualcosa di sospetto nell’aspetto esteriore della bottiglia. A quel punto il Sandro Bernasconi, proprietario dell’albergo, si rivolge a dei grandissimi esperti la “Rare Whisky 101” per fare chiarezza. Un campione del Whiskey viene analizzato dal laboratorio di archeologia e storia dell’arte dell’Università di Oxford che certifica, con il 95% di certezza, la data di produzione fra il 1970 e il 1972 mentre i test di Tatlock and Thomson dicono che si tratta di un bend di malto (40%) e gran whiskey.

Waldhaus am See

Waldhaus am See

Ovviamente l’albergo rimborsa il cliente ma l’intero mondo del whiskey da collezione e da investimento si mette in allarme. Attenzione ai falsi!
I fake whiskey sono concentrati fra le bottiglie antiquarie di marche prestigiose,con i single malt scozzesi in testa. Vengono vendute soprattutto nelle aste ma dopo l’episodio del fake Macallan c’è da aspettarsi che i compratori chiedano sempre l’expertise. Si tratta infatti soprattutto di bottiglie da investimento che rimangono chiuse nei caveau insieme a titoli e lingotti d’oro in attesa del momento migliore per rivenderle. Senza un certificato autenticità rischiano di non trovare acquirenti.

Il Drago e le 8 colombe 2015 è un grande vino d’autore

Un super tuscan per chi ama la cucina toscana ma anche quella multietnica, il Drago e le 8 colombe piace ai giovani  e a chi cerca le piccole produzioni d’autore

2015 vendemmia 5 stelle, 2015 annata fortunata perché i vigneti rimanevano miracolosamente intatti mentre intorno succedeva di tutto: grandine grossa come mandarini a Torrita, bomba d’acqua che sommergeva Buonconvento …. Ma nei vigneti maturavano lentamente, piccoli grappoli perfetti, belli come non si vedevano da anni.

IL NOME

Il Drago e le 8 colombe vuole simboleggiare le 8 donne che lavorano nella cantina della Fattoria del Colle – insieme al Casato Prime Donne di Montalcino sono le prime in Italia con un organico tutto femminile- e l’unico uomo capace di influenza le scelte produttive: Carlo Gardini, marito della proprietaria Donatella Cinelli Colombini.

IMG_4613IL SEGRETO DI QUESTO VINO

Il Drago e le 8 colombe è un super tuscan cioè non appartiene a nessuna DOC ma è un “vino d’autore” una piccola produzione nata dalla creatività e dalla passione vignaiola che ha portato Donatella Cinelli Colombini a sperimentare a Trequanda il Sagrantino tipico della vicina Umbria.

Le uve di Sangiovese, Merlot e Sagrantino  usate per produrre questo vino nascono alla fattoria del Colle. Sono coltivate in modo biologico con grande cura manuale. Anche la vendemmia è fatta a mano in tempi diversi: prima il Merlot, poi il Sangiovese e per ultimo in Sagrantino.

Capodanno in villa con cenone intorno al camino

Due ville nella campagna più bella del mondo per un Capodanno con gli amici o con grandi famiglie. Tre notti in allegria e una maxi grigliata nel camino

Capodanno in villa- Villa Archi- Fattoria del Colle

Capodanno in villa- Villa Archi- Fattoria del Colle

Hai molti amici? Vuoi trascorrere il Capodanno insieme a loro? La Fattoria del Colle, nella campagna toscana più intatta e fotografata, ti propone un soggiorno di 3 notti in una villa con camino dove organizzare il cenone facendo una mega grigliata.
La Fattoria del Colle si trova  a 18 km dall’uscita Valdichiana dell’Autostrada A1  in direzione MontalcinoPienza. La zona è collinare, con panorami mozzafiato, piena di boschi, oliveti e vigneti. La fattoria è come un piccolo borgo con villa, Cappella, ristorante, zona benessere, cantina, appartamenti e camere per i turisti ricavati nelle case degli antichi contadini .

Capodanno-con-camino-Villa-Archi-Fattoria-del-Colle

Capodanno-con-camino-Villa-Archi-Fattoria-del-Colle

Le ville sono due:
Villa Archi: con 7 camere e 5 bagni, cucina molto attrezzata salone con camino. Arredi e confort per chi cerca qualcosa di più esclusivo WiFi, TV, stereo. Euro 2435,00 per 3 notti (colazioni e pulizie finali non incluse)
Villa Cenerentola 5 camere e 4 bagni con due soggiorni dotati di angolo cottura, uno dei quali con camino. Sistemazione più campagnola ma decisamente più conveniente. Euro 1450,00 per 3 notti (colazioni non incluse)
Il soggiorno si prospetta ricco di suggestioni e esperienze: degustazioni di Brunello, Orcia DOC e Chianti Superiore, visite nelle cantine del Casato Prime Donne a Montalcino e della Fattoria del Colle, piccole lezioni di cucina…. Un programma capace di entusiasmare i wine lover e gli amanti della campagna. Clicca qui per leggerlo nel dettaglio.

Montalcino paese di vino e di vinattieri

Curiosiamo nelle enoteche e nei ristoranti di Montalcino per scoprire come cambia il turismo del vino e come cambia il tessuto commerciale che lo accoglie

Enoteca-Pierangioli-Montalcino-Stefania

Enoteca-Pierangioli-Montalcino-Stefania

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Su un punto tutti concordano <<il 2017 è stata un’annatona per il turismo del Brunello>> . Complice il sole che ha fatto scappare i visitatori dalle città e ha messo a dura prova i vigneti ma ha anche fatto crescere il turismo in campagna mettendo in fila una sequenza impressionate di belle giornate.
Tanti turisti e tanta voglia di assaggiare e comprare.
Parlando con chi lavora a contatto con i visitatori è possibile scoprire qualcosa di curioso sul loro comportamento. I wine lover che arrivano a Montalcino desiderano principalmente scoprire il Brunello e concentrano i loro acquisti su questo vino <<neanche sul Rosso di Montalcino, vogliono solo Brunello>> mi dice Sergio Pierangioli che tuttavia ammette <<il suo Cenerentola Doc Orcia si vende bene, sarà il nome, sarà l’etichetta, sarà il fatto che è diverso …>>.

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Enoteca-BD-Bruno Dalmazio-Montalcino

C’è però un’altra tipologia di wine lover che desidera assaggiare e soprattutto comprare ottime bottiglie delle denominazioni più famose d’Italia e quindi si fa spedire a casa Barolo, Amarone, Aglianico … <<non hanno tempo per visitare tutte le zone dei vini famosi ma li vogliono comprare perché in Brasile oppure in Canada costerebbero molto di più>> mi spiegano nell’enoteca BD Bruno Dalmazio.

Il messaggio nella bottiglia di vino

Non la mappa del tesoro ma quasi: il messaggio nella bottiglia potrebbe raccontare la zona di origine del vino o i valori e le speranze che lo rendono unico

 

tatuaggio-di-vino

tatuaggio-di-vino

Di Donatella Cinelli Colombini

Tutti pensiamo che il vino porti, dentro di sé, il messaggio del suo territorio di provenienza, ma non sempre chi beve riesce a capirlo. Così come spesso le etichette contengono messaggi grafici e scritte non sempre capaci di trasmettere al consumatore i valori, la natura, il talento di chi ha fatto il vino. Anzi spesso il packaging è costruito su logiche di marketing e porta l’impronta digitale del grafico più che quella del produttore.

 

IL RACCONTO SU UNA BOTTIGLIA DI VINO

E allora come fare perché la bottiglia di vino trasmetta il suo racconto, la storia di come e perché è nata in un determinato luogo e non sarebbe potuta arrivare da nessun altro posto nel mondo?

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Scritte sui capi di abbigliamento – Tendenze moda

Ovviamente c’è Vivino, WineSearcher e altri portali che forniscono le schede tecniche con la semplice azione di inquadrare le etichette con il telefonino, ma non è quello tecnico il contenuto a cui mi riferisco. C’è la possibilità di scrivere alcuni dati in etichetta. C’è il QRcode che apre web o video ma piace poco…. Eppure sono i valori che stanno dentro la bottiglia quelli che trasformano l’esperienza sensoriale di bere un grande vino in un arricchimento umano, sono loro quelli che nobilitano l’atto di degustare fino a farne cultura e civiltà.

 

A Barcellona fra vino e indipendentismo

L’Académie International du Vin a Barcellona per cantine, assaggi  e conferenze. Noi per visitare la città di Gaudì piena di fermenti indipendentisti

Donatella CinelliColombini e Carlo Gardini a Barcellona

Donatella CinelliColombini e Carlo Gardini a Barcellona

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Barcellona ci accoglie con i suoi quartieri residenziali tappezzati di bandiere catalane a strisce e scritte SI.  Io e mio marito Carlo Gardini ci guardiamo preoccupati, invece il centro cittadino è sfavillante di vetrine natalizie. Le strade enormi e scorrevoli, i monumenti, la grande dimensione del tessuto commerciale di lusso,  il gran numero di gente che cammina e fa shopping senza che ci sia una visibile presenza di polizia (niente Guardia Civil ma sono della polizia municipale) fa sembrare tutto normale. Una quiete prima della tempesta? Aprendo la TV la presenza della crisi indipendentista è pesante. I

Barcellona Sagrada Familia

Barcellona Sagrada Familia

politici nazionali portano coccarde gialle e rosse come la bandiera spagnola. I candidati catalani alle elezioni del 22 dicembre sono in prigione o in esilio. I membri del governo rispondono NO alle richieste di dialogo dei catalani e nascono partiti, a destra del governo, sostenuti dagli spagnoli assatanati contro i catalani.  All’apparenza il Primo Ministro Mariano Rajoy vuole salvare l’unità della Spagna con un pugno di ferro di stile franchista senza concedere i vantaggi che, in passato, hanno risolto un problema simile con i baschi. Un clima decisamente pesante e vagamente intimidatorio, ma i produttori locali sembrano

Can Rafols dels Claus

Can Rafols dels Claus

fiduciosi che la bolla rivoluzionaria si sgonfi senza danni, qualunque sia l’esito delle elezioni del 22 dicembre. Speriamo sia vero! Anche per loro l’eventuale separazione dalla Spagna presenta dei problemi: il marchio “CAVA” del vino spumantizzato prodotto soprattutto in Catalogna è di proprietà del governo centrale e quindi potrebbero ritrovarsi senza denominazione.

Barcellona, è una grande città bella, pulita e meno caotica delle nostre. Il mercato Boqueria è il trionfo delle leccornie e del cibo di strada. Non avevo mai visto tante bontà così concentrare. Mio marito ha comprato del prosciutto al costo esorbitante di circa 250€ il chilo e ora è terrorizzato che si rovini.