
VINEYARD FIRST IL CORAGGIO DI CAMBIARE
LA SCELTA DI VENDEMMIARE IL PRIMO GIORNO DI MATURAZIONE DELL’UVA PER VALORIZZARE LA NATURA, IL TERROIR E L’ANNATA. IL PROGETTO VINEYARD FIRST AL CASATO PRIME DONNE

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Tutto inizia in modo inconsapevole a seguito di una frase spesso ripetuta da Valerie Lavigne, la professoressa di enologia all’Università di Bordeaux che segue le cantine di Donatella Cinelli Colombini come consulente. <<L’uva è un frutto e come tutti i frutti è acerba, matura e sta per andare a male. Chi vuole avere nel vino l’impronta del vitigno, dell’annata e del terroir deve cogliere l’uva appena è matura e non quando è surmaturata perché altrimenti avrà un vino, più potente ma più simile a tutti gli altri>>.
Da questa frase <<L’uva è un frutto e come tutti i frutti è acerba, matura e sta per andare a male>> nasce un progetto quasi rivoluzionario “vineyard first” per mettere in rilievo i caratteri dell’uva senza paura.
Il coraggio di cambiare!
Un progetto che ha tre parole chiave: territorialità, naturalezza e coraggio.
Il coraggio di uscire da uno schema che ha portato il Brunello al successo alla fine del Novecento e che ora viene continuato dai produttori di Montalcino nonostante il cambiamento del clima e la fine del sogno della globalizzazione mondiale come vantaggio collettivo.
C’è un enorme cambiamento in atto nel clima e nel sentiment dell’umanità.
Einstein diceva <<la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario>> e Donatella Cinelli Colombini è una donna intelligente e coraggiosa.
Se questo è vero perchè continuare a sfogliare le viti a settembre e cogliere l’uva surmatura?
VINEYARD FIRST COME NASCE IL NUOVO MODO DI VENDEMMIARE DEL CASATO PRIME DONNE

Montalcino Casato Prime Donne Tinaia del Brunello
Tutto ha inizio nel 2018
Il vino di Donatella Cinelli Colombini è BIO più molti elementi della biodinamica. Nelle vigne usiamo uso di alghe, legno, propoli … trappole sessuali, predatori…. Ma non siamo biodinamici perché Donatella non crede nell’influenza delle stelle e preferisce concimare con letame in modo tradizionale, senza usare i corni.
Nel 2018 la produzione BIO diventa certificata e iniziamo una nuova avventura: “vineyard first”.
Decidemmo di mettere in prativa la frase che Valerie Lavigne ripeteva continuamente e di fare ogni sforzo per cogliere l’uva appena è pronta. Scommettere sulla maggiore espressività che questo darà ai nostri vini.
Mettiamo a punto un sistema per scegliere il giorno della raccolta basandoci sull’assaggio dell’uva e sul giorno in cui la quantità di polifenoli totali comincia a scendere.
All’inizio riuscivamo a raccogliere solo un vigneto nel primo giorno di piena maturazione e tutti gli altri vengono colti dopo.
Ci rendiamo conto che bisogna abbandonare la raccolta per single vineyard. Iniziammo a dividere i vigneti in piccole parcelle per raccogliere nello stesso giorno quelle pronte, se necessario mettendole, nello stesso tino da vinificazione.
Il problema maggiore è quello di aumentare il numero dei raccoglitori per la mancanza di mano d’opera. Nel 2022 diventa evidente che per cogliere ogni parcella nel primo giorno della piena maturazione dobbiamo usare sia vendemmiatori che vendemmiatrici meccaniche, avere carri di trasporto più veloci e un lettore ottico che renda più veloce e accurata la cernita dell’uva. L’anno dopo investiamo 350.000€ nell’acquisto di attrezzature.
Intanto vediamo che a Montalcino il nostro calendario di vendemmia è diverso da tutti gli altri. Loro iniziavano la vendemmia quando noi finiamo. Stiamo percorrendo una strada solitaria.
I vini cambiano carattere diventano più eleganti, più freschi e più comunicativi.
Ovviamente la scelta di puntare sul primo giorno di piena maturazione non basta a spiegare questo cambiamento. Per preservare i caratteri dell’uva sono importantissime altre cose:
1) Le vinificazioni diventano sempre più delicate. Al Casato Prime Donne il Brunello viene vinificato in 8 tini di cemento tronco conici da 50 hl con follatore e controllo della temperatura. L’estrazione viene favorita solo all’inizio della fermentazione tumultuosa.
2) Le botti e i tonneau vengono comprati in base alle caratteristiche dell’uva e sono di tonnellerie, piegatura e tostatura diversa ogni anno. Solo il vino più strutturato viene conservato in fusti capaci di cedere più tannini. Ogni anno il 25% del legno viene rinnovato.
Il vino che otteniamo è puro. Offre una fotografia “impressionista” del vigneto, del sangiovese e dell’annata.
IL BRUNELLO OTTENUTO DAL PROGETTO “VINEYARD FIRST” PRESENTA OPPORTUNITA’ E RISCHI
Il progetto “vineyard first” ha effetti positivi e negativi. Esaminiamo gli esiti favorevoli : il nostro Brunello corrisponde al bisogno di natura e di riduzione degli interventi umani. E’ tradizionale cioè ricorda le migliori annate di Brunello fra il 1970 e il 1990. Offre una risposta al bisogno di diversità e emozioni che pervade la civiltà post globalista in cui viviamo. E’ un vino appagante e bevibile da giovane ma anche decisamente più longevo rispetto a quelli che subiscono interventi enologici.
I consumatori e gli importatori sono entusiasti del nuovo stile. Questo avviene anche se le annate sono molto diverse una dall’altra. Lo stile è identico ma il Brunello racconta il sole, la pioggia e tutti i caratteri dell’annata.
“Vineyard first” ha anche effetti negativi: chi assaggia il nostro Brunello in una batteria di 50 vini potenti non riesce ad apprezzarlo. Infatti i giudizi della stampa specializzata sono calati di 2-3 punti. I Brunello di Donatella Cinelli Colombini hanno insomma valutazione più basse di prima.
Purtroppo, infatti molti esperti scambiano le nostre scelte per limiti del vigneto che non ha più la potenza muscolare di un tempo.
PERCHE’ ABBIAMO DECISO DI RACCOTARE IL “SEGRETO” DELLE NOSTRE VENDEMMIE
La decisione di portare allo scoperto il nostro metodo di raccolta-vinificazione maturazione del Brunello nasce dall’aver preso piena coscienza della nostra diversità e del percorso che avevamo fatto. Qualcosa che abbiamo fatto piano piano, quasi inconsapevolmente ma non piena accettazione di ogni scelta.
Un percorso che ci ha portato a produrre vini diversi, più coraggiosi nel raccontare il sangiovese di Montalcino, le annate e il terroir del Casato Prime Donne.
Ci vuole coraggio anche per mettere in luce quello che distingue e per accettare la critica di chi non la pensa allo stesso modo soprattutto quando loro sono la maggioranza e noi stiamo facendo un percorso in solitario. Ma chi, come Donatella Cinelli Colombini, crede in quello che fa e nel valore di trasferire ad altri le proprie esperienze, pensa che sia giusto raccontarle con sincerità.