VIGNETI ATTRAZIONI ENOTURISTICHE
Possono i vigneti diventare delle wine destination e attrarre i visitatori come le cantine? Certamente SI e arriva la classifica delle vigne più belle del mondo
di Donatella Cinelli Colombini
Il paesaggio è sempre più importante anche nel turismo del vino e il libro di Shana Clarke (1) “150 Vineyards you have to visit before you die” lo dimostra.
IL NUOVO PROTAGONISMO DEL PAESAGGIO NEL TURISMO DEL VINO
Il titolo “I 150 vigneti che devi visitare prima di morire” allunga la vita dei wine lovers perché le super vigne sono in tutto il mondo e occorrono anni per vederle tutte, ma è anche il segnale di qualcosa che sta cambiando.
Il grande bisogno di natura, di spazio, di silenzio, di rallentare che si è acuito dopo il covid spinge moltissime persone a un utilizzo diverso del tempo libero e a mettere in atto la “terapia del paesaggio”. A questi nuovi bisogni dei visitatori si aggiungono le “scoperte” fatte durante la pandemia.
Le restrizioni imposte dal Covid sull’uso degli spazi interni costrinse le cantine turistiche ad attrezzarsi per le degustazioni all’aperto e per le visite guidate incentrate sui vigneti. Alla fine risultò che i bei panorami amplificano il piacere dell’assaggio grazie alla maggiore produzione di ossitocina da parte del cervello e questo ha ottimi effetti sulle vendite delle bottiglie. Anche l’esperienza nei vigneti si è rivelata coinvolgente, nuova e gradita. Alla fine perché rinunciarci? Moltissime aziende continuano a organizzare entrambe le proposte migliorando lo storytelling e quella che potremmo chiamare “didattica divertente” cioè la trasmissione di saperi anche attraverso l’uso di forbici, guanti, zappe….
Forse il nuovo protagonismo delle vigne tra le proposte enoturistiche parte proprio dallo strytelling e dalla costatazione che le piante raccontano molto più delle botti sul lavoro che porta alla nascita dei grandi vini.
COME SONO SCELTI I 150 VIGNETI PIU’ BELLI DEL MONDO
Ed ecco il volume fotografico (2) “150 Vineyards you need to visit before you die” (3) scritto dalla newyorchese Shana Clarke (Lannoo Publishers – 256 pp $39.95).
Interessante notare la geografia dei vigneti italiani più belli che sono 15 di cui 5 in Toscana, 4 in Trentino Alto Adige. Gli altri sono in Sudafrica, Argentina, Cile, Usa, Nuova Zelanda, Australia, Cina, Giappone, Georgia, Armenia, Germania, Grecia, Spagna, Portogallo e ovviamente Francia.
I vigneti icona sono quelli che raccontano la storia di un popolo e il suo modo di essere. In certi casi sono capolavori naturalistici, in altri testimoniano la genialità del lavoro agronomico.
I VIGNETI PIU’ BELLI D’ITALIA
Le vigne più belle d’Italia hanno storie millenarie oppure sono di sconvolgente bellezza.
In Trentino Alto Adige a Magrè quelli di Alois Lageder, a Termeno la vigna terrazzata Kastelaz, con pendenze da brivido, di Elena Walch, all’Abbazia Agostiniana di Novacella (Varna), a Cembra i vigneti dell’azienda agricola Pojer e Sandri di Faedo.
In Toscana il vigneto Colonia di Fèlsina a Poggio a Rancia di Castelnuovo Berardenga (Siena). Il vigneto della Tenuta dell’Ornellaia con la famosa quercia e la terrazza panoramica. Ancora dei Marchesi Frescobaldi i vigneti dell’isola-carcere di Gorgona. La Tenuta Greppo-Biondi Santi a Montalcino culla del Brunello. La collina Ruffoli di Querciabella in Chianti Classico.
In Piemonte le vigne del Barolo Ornato di Pio Cesare, il vigneto Martinenga, delle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi Di Grésy e le vigne del Barbaresco Sori Tildìn di Angelo Gaja.
In Veneto Venissa vigna murata sull’isola di Mazzorbo dove Gianluca Bisol ha recuperato la Dorona, storico vitigno Dogi.
In Sicilia le vigne sull’Etna di Donnafugata sull’Etna e le vigne di Grillo sull’isola di Mozia colonia fenicia davanti a Marsala della Tenuta Whitaker di Tasca d’Almerita.