
Sei un pecorone o un indipendente quando giudichi il vino?
Da uno studio dell’American Association of Wine Economists intitolato “In vino veritas” risulta che siamo pecore
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
La questione non è da poco nell’epoca della democratizzazione dei giudizi sul vino. Infatti una parte dei consumatori crede che il web e soprattutto portali come Cellar Tracker, dove tutti possono scrivere il loro giudizio, abbiano apportato una rivoluzione togliendo autorevolezza ai grandi esperti e dando più voce al consumatore finale. Insomma portando una ventata di obiettività e di rinnovamento.
Forse non è proprio così anzi un interessantissimo articolo di “Wine economics” del maggio 2014 intitolato “In vino veritas? Social influence on ‘private’ wine evaluations at a wine social networking site” (Omer Gokcekus School of Diplomacy and International Relations, Seton Hall University, USA, Miles Hewstone Department of Experimental Psychology, University of Oxford, UK, Huseyin Cakal Department of Psychology, University of Exeter, UK) ci mostra come i giudizi di CellarTracker siano estremamente conformisti. In altre parole le valutazioni dipendono ancora, in larga misura, dai grandi wine critics, ma soprattutto dai primi giudizi pubblicati, per cui, paradossalmente, le probabilità che siano “manovrati” è cresciuta.La fortuna di repertori come TripAdvisor, per il turismo e CellarTracker, per il vino, si basa dalla convinzione
che il giudizio dei consumatori sia indipendente da ogni sollecitazione dei “soliti noti” cioè di chi ha molti soldi e molta influenza per cui condiziona le valutazioni dei super esperti. In realtà il sospetto delle recensioni false serpeggia da tempo nei riguardi di TripAdvisor e io stessa sono stata vittima di false recensioni da parte di un ex dipendente con cui ho chiuso i rapporti in modo burrascoso.
Per il vino e per CellarTracker il più grande repertorio al mondo di giudizi sul vino dati dai consumatori c’è poi un altro aspetto da considerare: giudicare un vino è molto più difficile che valutare la pulizia, il confort, il panorama e la silenziosità di una camera d’albergo.
Ma scopriamo che c’è un ulteriore pericolo: proprio perché il giudizio è difficile la maggior parte di quelli che mettono la loro valutazione si basano sulle precedenti, insomma sono autentici pecoroni. Basta che la cantina organizzi una o due degustazione fra wine lovers amici nel momento dell’immissione nel mercato in modo che mettano per primi dei giudizi favorevoli e il gioco è fatto. Poca spesa e un fortissimo indotto sulle recensioni successive.
Riprendiamo l’articolo di “Wine economics” che ha analizzato i giudizi pubblicati su CellarTracker in un periodo di 12 mesi (2011) e relativi a 106 Cabernet di Napa Valley. Si tratta di 3.227 giudizi con un voto medio di 89,6 su 100. L’anno dopo i giudizi sono stati il doppio ma la valutazione è rimasta la stessa.
Potremmo pensare che c’è una sostanziale stabilità qualitativa nei prodotti ma gli esperti che hanno analizzato il campione non la pensano così. Secondo loro i primi quattro giudizi pubblicati su ogni vino influenzano in modo significativo i punteggi successivi e più uniformi sono i primi quattro più i seguenti ne sono condizionati. Quello del vino è dunque un clan conformista e facilmente manovrabile.
Del resto, come ha correttamente osservato Rebecca Gibb su WineSearcher, il principio su cui si basa la pubblicità è esattamente questo, l’istinto conformista del 75% delle persone. Esse seguono il modello che viene loro proposto anche quando sono convinte che sia sbagliato. Gli studi di Solomon Asch degli anni ‘50 e ’60 lo dimostrarono con chiarezza: molti dei partecipanti al test sapevano le risposte esatte ai quiz ma copiavano quelle sbagliate delle persone che reputavano le più intelligenti e informate dal gruppo.
Secondo gli autori dello studio è molto probabile che con il vino succeda la stessa cosa e che i wne lover che recensiscono i vini su CellarTracker diano una sbirciatina alla valutazione dei Guru del vino – Wine Spectator, Parker-Wine Advocate, Wine Enthusiast, Tanzer-Wine International, Jancis Robinson … – e sui rathing precedenti per non uscire dal coro.