Sapevate che cravatta deriva da Croazia?
Era la sciarpa indossata dai soldati croati e fa parte tutt’ora del costume tradizionale maschile. Vi racconto quello che ho visto in questo Paese bellissimo
La cosa che colpisce di più è il talento dei suoi abitanti, non incontri gente banale qui. Anche il loro aspetto colpisce: molti sono giganti, altissimi e longilinei ma con strutture ossee e muscolari enormi, altri hanno gli occhi a mandorla come chi ha ascendenze asiatiche, qualcuno è biondissimo e bianchissimo come i russi e c’è invece chi sembra uscito da un bassorilievo romano. Insomma le tracce del loro passato remoto i croati se le portano addosso. Parlano tutti inglese come degli interpreti e poi sono puntuali, creativi, innovativi, molto meno conformisti di noi. Amano le macchine, grandi e super tecnologiche e anche nell’ architettura sembrano attratti dal nuovo più che dall’antico. Nonostante questo hanno una solida base di cultura umanistica. Nel menù di un ristorante abbiamo trovato la scritta << MCMXC JP>> e abbiamo impiegato parecchio per capire che significava 1990 dopo Cristo.
La persona che ci accompagna a scoprire Zagabria è un amico dei nostri importatori Gordan e Jasna Mohor, e soprattutto è uomo veramente eccezionale. Era il vicepresidente di un’enorme multinazionale statunitense, ora è in pensione ma è un appassionato wine lover e un erudito che ha riempito la sua casa di oggetti d’antiquariato.
Si chiama Kresimir Falak con lui usciamo dai circuiti turistici per andare persino al cimitero. Zagabria sorge su un insediamento
preistorico e un castrum romano ma la città che vediamo oggi deriva dall’unione di due insediamenti successivi: quello del Vescovo e quello civile separati dal fiume. Anticamente erano collegati dal “ponte del sangue” così chiamato a causa dei continui combattimenti fra le due città. I croati sono sempre stati soldati coraggiosi e nessun esercito nemico è mai riuscito a penetrare a Zagabria come riporta un’iscrizione del 1242 presso una delle porte della città vecchia.
Ci sono castelli, fortificazioni e chiese ovunque, troviamo persino un piccolo santuario all’aperto con una quantità di candele votive superiore a qualunque chiesa toscana. La città è pulitissima, piena di parchi, con fortissime tracce del passato austro ungarico nei grandi edifici purtroppo spesso mal tenuti.
Le panetterie sono decisamente i negozi più appariscenti, assomigliano a boutique con una varietà
infinita di tipi di pane, anche i piccoli oggetti dipinti con fiori dai colori sgargianti colpiscono la nostra attenzione ma il pezzo forte è il mercato che la domenica sostituisce le bancarelle di verdura con quelle degli oggetti antichi. Cristalli, porcellane e argenti anche molto belli. Ripartiamo dopo aver premiato il miglior vino rosso scelto dalla giuria femminile di WOW Women on Wine e dopo aver abbracciato un gran numero di nuovi amici.
Viso per voi da Donatella Cinelli Colombini