Rifiutate il souvenir tarocco e salvate gli artigiani italiani. Appello ad un turismo responsabile
Donatella Cinelli Colombini assume una netta posizione a difesa dell’artigianato e dei turisti stessi contro il tarocco diffuso.
Il souvenir tarocco è un finto prodotto artigianale. Vetro di Murano eseguito in Corea, bandiere del Palio di Siena fatte in Cina, bassorilievi in pietra che sembrano scalpellate dagli artigiani di Lecce e che invece sono eseguite colando un impasto dentro uno stampo.
Nessuna destinazione turistica è immune da questo fenomeno, persino quelle più isolate e apparentemente integre sono appestate dal souvenir tarocco. Il turista crede di comprare un pezzetto di tradizione antica, “qualcosa che si fa solo lì” e invece porta a casa il tarocco. Se l’imbroglio danneggiasse solo i turisti che sottostimano il lavoro manuale pretendendo di pagarlo poco, il problema non sarebbe tanto grave. Invece il souvenir tarocco è l’autentico killer dei vecchi mestieri. Infatti gli artigiani d’arte impiegano anni per imparare e molte ore per eseguire ogni prodotto.
Alla fine le ceramiche, i ferri battuti e i tessuti ricamati sono pezzi unici ma costano cari, mentre le imitazioni fatte in serie o in Paesi con costi della manodopera nettamente inferiori, costano poco. Il risultato è la sparizione degli antichi mestieri oppure lo spostamento delle botteghe in parti periferiche delle città dove gli affitti sono più bassi proprio perché i turisti non ci sono. Ecco che il souvenir tarocco toglie all’artigianato i benefici del turismo.
Il mio appello, a chi parte per le vacanze, è: rifiutate il souvenir tarocco. Quando un prodotto tipico piace, ebbene andate nel laboratorio artigiano e compratelo lì.
Donatella Cinelli Colombini
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