PIWI CROCE E SPERANZA DEI NUOVI VIGNETI

Piwi associazione dei produttori

PIWI CROCE E SPERANZA DEI NUOVI VIGNETI

PIWI ACRONIMO DI PILZWIDERSTANDFAHIG SONO I NUOVI VITIGNI RESISTENTI ALLE MALATTIE ACCOLTI CON SOSPETTO DAI PRODUTTORI E CON ENTUSIASMO DAGLI STUDIOSI

PIWI vitigni ibridi resistenti alle malattie della vite

PIWI vitigni ibridi resistenti alle malattie della vite

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

E’ strano vedere un atteggiamento così distante fra i centri di ricerca e le cantine ma effettivamente i PIWI, cioè i vitigni modificati per resistere agli attacchi di peronospora e oidio, sembrano piacere più agli universitari che ai produttori.

COSA SONO I VITIGNI PIWI E DOVE E’ POSSIBILE COLTIVARLI

I Piwi coltivati in Italia sono 36: 18 a bacca bianca e 18 a bacca rossa. Si tratta di incroci fra Vitis Vinifere europee e altre viti di origine americana o asiatica portatrici dei geni che consentono alla pianta di difendersi da sola alle principali malattie.
Le norme europee permettono la coltivazione di uva da vino non interamente derivante da Vitis Vinifera PIWI ma la procedura per autorizzare il loro impianto richiede un’autorizzazione regionale che, al momento, c’è solo in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Lazio e Campania.

TIPOLOGIE E PRODUZIONE DEI PIWI

Ovviamente le 36 varietà adesso in commercio non possono sostituire i 600 vitigni autoctoni che sono la vera ricchezza del vigneto italiano. Tuttavia la qualità dei vini che producono è nettamente migliorata rispetto alle prime ibridazioni. Ad oggi sono stati impiantati circa 11.000 ettari di PIWI da cui si ottengono circa 130 etichette.

I VANTAGGI AMBIENTALI DELL’USO DEI PIWI

Il vantaggio ambientale della loro coltivazione è innegabile. I trattamenti per preservarle le viti PIWI dagli attacchi fungni sono circa il 30% del normale e si concentrano soprattutto nella fase di allevamento. Va ricordato che la viticoltura, benché copra solo il 3% della superficie agricola coltivata in Europa, utilizza circa il 65% di tutti i fitofarmaci usati in agricoltura.

L’ASSOCIAZIONE PIWI ITALIANA

Ed ecco che nasce l’associazione PIWI italiana con 250 aziende al suo interno la sede nella Fondazione Edmund Mach di San Michele All’Adige. Presidente il Professor Marco Stefanini responsabile del centro di genetica di San Michele e Vicepresidente il Professor Riccardo Velasco direttore del centro di ricerca CREA-VE di Conegliano veneto.