Perché Davide?
Il suicidio di Davide Rossi trasforma le indagini sul MPS in tragedia e addolora enormemente tutti quelli che, come me, lo conoscevano
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
L’ho conosciuto nel 2001 quando sono stata nominata Assessore al Turismo del Comune di Siena. Lui e Davide Taddei erano i responsabili dell’Ufficio Stampa e si rivelarono subito due temperamenti opposti: creativo e deciso il Rossi, riflessivo e mediatore il Taddei. Davide Rossi rimase poco in Comune perché fu chiamato da Giuseppe Mussari a dirigere la comunicazione della Fondazione MPS. Anche in questo incarico rivelò capacità straordinarie creando relazioni e dando all’ente, un’immagine forte e prestigiosa. Ricordo che prima del suo arrivo i restauri, gli asili, i concerti … finanziati dalla Fondazione MPS non avevano neanche una scritta o una targa, invece, grazie a lui, il territorio senese si è popolato di insegne che testimoniano l’azione della Fondazione.
Quando Mussari diventò Presidente del Monte dei Paschi se lo portò dietro e continuò ad avere con lui un rapporto di stretta collaborazione. Davide Rossi era riconosciuto a livello nazionale e internazionale come un grandissimo professionista della comunicazione.
Capisco che le indagini sul Monte dei Paschi siano state sconvolgenti per lui, che la perquisizione in casa e il ufficio lo abbia ferito. Immagino che giornali e telegiornali pieni di accuse, sospetti e spesso diffamazioni fossero un calvario quotidiano …. Posso supporre che sia stato difficile vivere in una piccola città dove un tempo tutti gli correvano dietro e ora, magari, fingevano di non conoscerlo. Capisco la tragedia di un uomo dal grande successo che vede andare a rotoli la sua carriera, ma il suicidio è il modo peggiore per affrontare la situazione.
Si perché tutto passa!
Anche le peggiori tragedie passano.
Anche che chi fa degli errori – delle cavolate, come ha scritto lui – può affrontarle e superarle.
Addio Davide, quanto mi dispiace che sia finita così!