Ma cosa dici Soldera?
Le accuse di Soldera al Consorzio e ai produttori di Brunello pubblicate dal “Corriere della Sera” sono fantasie che fanno un danno enorme
La cosa più cattiva è l’accusa al Consorzio di avergli <<proposto una truffa, offrendo vino altrui da imbottigliare come suo>>. Ma come, i produttori gli regalano una parte della loro produzione per aiutarlo in un momento difficile, facendo un “Brunello della solidarietà” e lui li risponde così? Ma non si vergogna?
Lancia sospetti, parla di misteri quando l’unico mistero è come siano miracolosamente ricomparse botti e botti del suo prezioso Brunello. Almeno 350 Hl a quanto pare, mica una damigiana …. almeno 5 botti da 50 Hl visto che il Corriere della Sera parla di 7.000 bottiglie all’anno. Ma l’atto vandalico non aveva distrutto tutto il suo vino? Siamo forse alle Nozze di Cana?
Soldera accusa il Consorzio di non impegnarsi nello studio dei sistemi di controllo sulla purezza del sangiovede per il Brunello, ma non è vero! Il Consorzio ha investito circa 150.000 € in questi studi affidandosi al maggior centro di ricerca enologica presente in Italia, quello di San Michele all’Adige. Gli studiosi guidati dal Prof Mattivi hanno scoperto il metodo di indagine e il Consorzio lo presenterà presto in un convegno.
Il sistema di indagine tramite DNA, su cui Soldera insiste tanto, non permette un controllo sicuro e esteso su tutta la
produzione perché costosissimo (si parla di 500€ a analisi) e incapace di dare risultati quantitativi cioè di distinguere l’effetto del legno o l’aggiunta fortuita di un bicchiere da quello doloso di una damigiana. Soldera lo chieda ai docenti dell’Università di Bordeaux o di Montpellier, come ho fatto io, invece di parlare solo con la facoltà di biologia di Siena.
Tutti abbiamo sentito, in Italia e all’estero, le voci che girano sull’atto vandalico. Credo che siano giunte anche agli orecchi di Soldera e posso immaginare che lo feriscano e lo preoccupino. Quelle voci, tuttavia non lo autorizzano a dire che a Montalcino si fa la <<moltiplicazione dei pani e dei pesci>> oppure a diffondere il dubbio che i produttori di Brunello siano i mandanti dell’atto vandalico che ha distrutto il suo vino. E’ semplicemente ridicolo oltre che impossibile visto la velocità e la profondità con cui sono state fatte le indagini dei Carabinieri e della Magistratura. Visto che Montalcino è una delle zone a più bassa criminalità in Italia. Visto che nessuno, ma proprio nessuno, a Montalcino lo ha mai minacciato, accusato o attaccato fino ad ora.
Fino ad ora perché adesso basta, lui non può diffamare gli altri produttori senza motivo e se lo fa deve subirne le conseguenze perché nessuno di noi accetterà di farsi danneggiare o infamare senza ragione e senza reagire.
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Produttrice di Brunello – Casato Prime Donne Montalcino
Le note qui sopra sono scritte a titolo personale