#ioleggoletichetta e sono contro i taroccatori
Mentre il grande Vittorio Zucconi parla di cibi e vini come miniere di diamanti viene tolta l’ origine dalle etichette e il made in Italy taroccato vola
Di Marzia Morganti #martecomunicazione
Sentire parlare di enogastronomia, di parmigiano e aceto, di prosciutto e Asiago come fossero miniere di diamanti da Vittorio Zucconi mi ha fatto capire che Expo ha fatto centro, sarà costato anche tanti miliardi e sarà diverso da come ognuno di noi se lo poteva immaginare, ma un risultato lo ha generato: adesso anche i grandi
opinionisti parlano di cibo. Vittorio Zucconi è un giornalista con un curriculum da far tremare i polsi a chiunque, tra le tante sua l’inchiesta sugli aerei C130 che fece dimettere il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’ Ordine_al_merito_della_Repubblica_Italiana, figlio d’arte, suo padre è stato direttore della Domenica del Corriere e del Giorno, già in giovane età divenne direttore del giornalino del Liceo Parini che frequentava a MIlano. E’ il caso di dire buon sangue non mente e il buon dì si vede dal mattino.
Oggi, con all’attivo numerose pubblicazioni e inchieste per le maggiore testate italiane, vive a Washington, dove ricopre l’incarico di editorialista dagli Stati Unite per la Repubblica, è direttore dell’edizione web di Repubblica e dell’emittente Radio Capital. L’ho sentito affermare che difendere ed espandere il nostro agroalimentare è il confine della nostra prosperità, e mi è sembrata una grande cosa, tanto più che lo ha fatto in prima serata di sabato 20 giugno su La7 il programma Otto e Mezzo condotto da Lilli Gruber, durante il quale la giornalista famosa per la sua postura di tre quarti quando era conduttrice dei tg, ha cercato di far capire l’importanza dell’etichetta e del nostro Made in Italy.
ETICHETTE E TAROCCATORI
Infatti per noi che ogni giorno ci affanniamo a fare la spesa con i minuti contati, dobbiamo comunque imparare a leggere l’etichetta per sapere cosa mettiamo nel carrello e soprattutto che carburante mettiamo nel nostro corpo. Ma lo sapete che con le nuove regole sull’etichettatura (regolamento europeo 1169/2011) non ci sarà più l’obbligatorietà di indicare il luogo di produzione. Pensate all’olio che è uno dei nostri vanti e la scelta tra le molte offerte sugli scaffali a cui poniamo da sempre molta attenzione. Il produttore grazie al nuovo regolamento può omettere il luogo di produzione. Così la nostra italianità agroalimentare tanto amata e imitata in tutto il mondo si è dovuta adattare ad un ‘condono’ in quanto il regolamento europeo entrato in vigore alla fine del 2014 sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari non prevede l’obbligatorietà dell’indicazione dello stabilimento di produzione, avendo di fatto abrogato la legge italiana 109/92 e il problema non è banale, perché ha un impatto notevole nella fase di decisione dei nostri acquisti e senza questa indicazione possiamo confonderci. E’ un regolamento che sicuramente penalizza i prodotti italiani e ci sono Paesi ma anche produttori italiani all’estero che hanno interesse ad utilizzare il nome del prodotto senza mettere in etichetta il luogo di produzione e questo favorisce tutti coloro i quali hanno capito l’importanza del Made in Italy, ma che vogliono speculare e gestire la produzione dove il costo del lavoro è più basso.
#IOLEGGOLETICHETTA OVVERO BASTA ITALIAN SOUNDIG LEGALE
E’ come se la UE avesse legalizzato l’italian sounding? E che cos’è? E’ la produzione di
cibi che evocano i nostri prodotti più famosi: il nostro agroalimentare è la nostra miniera di diamanti e noi permettiamo che vendano zirconi al posto dei diamanti, ha tuonato Zucconi. Questo regolamento deve essere modificato per il bene del Made in Italy ma soprattutto perché dobbiamo sapere come nutrirci con cibi genuini dei quali dobbiamo conoscerne la provenienza. Per difenderci dalle contraffazione dalle frodi sui nomi e sulle evocazioni di prodotti famosi per non mettere nel nostro carrello della spesa cibi tarocchi al prezzo di quelli originali tutti noi possiamo far qualcosa andando sul sito www.ioleggoletichetta.it, dove si può firmare per richiedere la modifica la petizione ‘Nessuno tocchi l’indicazione dello stabilimento di produzione sull’etichetta’.