
COME LE DONNE SCELGONO IL VINO
Concrete, come sempre, le donne scelgono i vini che piacciono a chi li deve bere, agli abbinamenti e alle situazioni di consumo, preferendo quello fuori casa

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Di Donatella Cinelli Colombini
Le donne scelgono un vino come scelgono un vestito: in base all’uso che ne fanno. Un golf di cashmere per andare in ufficio equivale a un merlot giovane per il brunch di pranzo. Un tubino di seta per la serata elegante è nella logica di un rosso invecchiato di alto livello tipo Brunello o Barolo, da servire durante una cena importante.
LE DONNE COMPRANO IL VINO CHE PIACE ALLA PERSONA A CUI E’ DESTINATO

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La logica delle donne è molto concreta. Contiene la spesa dell’acquisto rispetto a un uomo, è meno influenzata da riviste, classifiche e punteggi. Tuttavia si fa aiutare volentieri dagli addetti alla vendita se li ritiene competenti e affidabili. E’ molto attenta alle relazioni e comprando una bottiglia pensa al destinatario <<gli piacerà?>>. Invece l’uomo si focalizza sui risultati e il ritorno che ne può avere <<è abbastanza costosa per il mio capo?>>.
LE DONNE SONO IL 55% DEI CONSUMATORI ITALIANI DI VINO
La crescita di importanza delle donne come consumatrici di vino è stata enorme negli ultimi anni. Prima hanno raggiunto i maschi fra i bevitori saltuari e, da quest’anno, superano il sesso forte anche fra quelli abituali (55% secondo Wine Intelligence per l’Osservatorio Uiv). Un cambio di ruoli e di importanza che, probabilmente porterà una rivoluzione anche sugli scaffali di vendita del vino facendo sparire la divisione per regioni o per vitigni. Un modo di pensare al vino tipicamente maschile a cui deve sostituirsi la logica del <<a che mi serve?>> e quindi dividere le bottiglie in base all’uso a cui sono destinate: antipasti e pesce, tutto pasto, grandi rossi per arrosti…Le donne non scelgono impulsivamente, il 66% dei loro acquisti enoici sono pianificati.
LA DONNA AL RISTORANTE VORREBBE CONSIGLI SULL’ABBINAMENTO CIBO VINO
Per lo stesso motivo, al ristorante, la donna appassionata di vino, gradirebbe trovare indicazioni sugli abbinamenti e magari anche delle etichette scelte in base al grado alcolico moderato che non mettono in pericolo la dieta. Anche nel galateo della ristorazione è bene fare qualche aggiornamento evitando di porgere la carta dei vini o il calice di assaggio al commensale maschio. Dare per scontato che la donna con lui ne sappia di meno è quanto meno imprudente. Social Vignerons ha fatto una carrellata delle principali professioni enoiche divise fra i generi: enologhe 33% in Francia, 50% in Spagna. Sommelier 80% in Svezia, Russia e Giappone, 40% in Italia. Viticultrici 28% in Francia, 30% in Italia.
E’ molto probabile che anche le etichette e il packaging dei vini subiranno un’evoluzione per adattarsi al nuovo protagonismo femminile. La donna infatti è molto più sensibile alla bellezza delle confezioni così come preferisce il rosso, il viola e le tinte pastello mentre gli uomini amano colori più scuri come blu o nero.