Clienti e tendenze future dei ristoranti stellati italiani

8 marzo Donne del vino da Luciano Zazzeri

Clienti e tendenze future dei ristoranti stellati italiani

Tedeschi se stranieri e emiliano romagnoli se italiani. Meno piatti e più concretezza. Sono clienti e tendenze dei ristoranti italiani premiati dalle guide

L’indagine sulla clientela dei luoghi da sogno buongustaio è della JFC di Massimo Ferruzzi e riguarda 246 ristoranti

8 marzo Donne del vino da Luciano Zazzeri

Donne del vino da Luciano Zazzeri, zuppa di pesce

premiati dalle guide Michelin, Espresso e Gambero Rosso, pari al 10% del totale. Ebbene per l’87,7% si tratta di italiani e fra questi spiccano emiliano romagnoli e lombardi entrambi poco sopra il 10% del totale. Seguono laziali, veneti e toscani mentre chi abita in Abruzzo, Molise e Basilicata è decisamente poco presente.
Nella prima metà del 2012 moltissimi ristoratori stellati hanno notato una riduzione della clientela italiana mentre più stabile è apparsa la presenza degli stranieri.
Va notato, tuttavia, che la clientela estera è ancora marginale e costituisce solo il 12,3% del totale dei commensali. Fra loro la nazionalità più presente è tedesca (22,8%) seguita dagli statunitensi e dai francesi mentre sorprendentemente giapponesi e russi non arrivano al 3% del totale.

Gaetano Trovato Ristorante Arnolfo

Ristorante Arnolfo Colle Val d'Elsa Brigata di cucina

Dopo un anno difficile come il 2012, in cui il 61% dei ristoranti stellati ha visto scendere il giro d’affari, cosa faranno questi locali da sogno goloso per non chiudere i battenti? Le tendenze in atto sono tante ma la principale è la riduzione del numero delle preparazioni nei menù anche per effetto dei tagli nel personale.
E’ in atto anche un ritorno alla concretezza: finiscono le miniporzioni, la cucina molecolare con i suoi colori stravaganti e i piatti decorati come quadri. Il personale si concentrerà sul rapporto con i clienti al fine di fidelizzarli e metterà tutta l’enfasi nel far percepire il valore dell’offerta.
Sarà più evidente che in passato la differenza fra il pranzo, più frugale, e la cena organizzata come un pasto più strutturato.
Crescerà anche il rapporto con il territorio nella ricerca dei prodotti e

nella costruzione del menù come vetrine della cultura gastronomica

Giovanni Luca Di Pirro Castello del Nero

Castello del Nero Chef Giovanni Luca Di Pirro

del territorio circostante. Quindi filiera corta, naturalezza e ricerca dell’eccellenza qualitativa come must di un’offerta apparentemente più semplice nelle preparazioni ma più concentrata sulla valorizzazione delle materie prime.

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini