
CHE IMPRESA FARE IMPRESA NEL TURISMO ITALIANO!
LA RISTORAZIONE SI RIVELA UN SETTORE DIFFICILE IN ITALIA: NEL 2023 NUOVE IMPRESE 10.319 E CHIUSURE 28.012. TROPPI LOCALI PER SOMMINISTRAZIONE, SONO 330.000

Che impresa fare impresa nel turismo italiano
DI Donatella Cinelli Colombini, #winedestination
L’Italia ha un’impresa che serve pasti ogni 178 abitanti. Questo crea una forte competizione e causa una fragilità economica enorme. Il veloce turnover dei locali dipende da questo oltre che dalla presenza di molti nuovi ristoratori che iniziano l’attività pensando che sia facile, fanno investimenti sbagliati e una gestione che li porta nel baratro perché non hanno le competenze e le esperienze necessarie.
Da questo deriva un tasso di default del 4,1% nel 2023 che è destinato ad aumentare nel 2024.
BAR E RISTORANTI PAGANO ALLA SCADENZA SOLO NEL 17,7% DEI CASI
Non è il solo elemento negativo: ristoranti e bar pagano le fatture entro i termini solo nel 17,7% dei casi. Lo sanno bene le cantine che spesso aspettano oltre sei mesi per incassare il pagamento del loro vino. A giugno 2024, i pagatori puntuali in Italia rappresentano il 39,9% del totale, mentre i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo raggiungono il 9,5%. La situazione è molto diversa per Bar e ristoranti che pagano puntuali sono nel 17,7% dei casi, mentre i ritardi superiori ai 30 giorni sono il 19%.
Un pochino meglio per alberghi e agenzie viaggi che saldano le fatture puntualmente con una percentuale del 28,7%
IL SETTORE TURISMO HA UN TASSO DI DEFAULT DEL 4,1% ALL’ANNO
Dal 2022 in poi gli esercizi di somministrazione vivono un periodo davvero difficile con bilanci in rosso nonostante l’aumento dei prezzi dei pasti. C’è una enorme difficoltà di trovare mano d’opera e questo nonostante gli stipendi di chi è in cucina o in sala siano decisamente aumentati.
Per capire meglio i problemi il Crif, agenzia specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information, analytics, servizi di outsourcing e processing, fondata a Bologna nel 1988 , ha condotto un’analisi sull’andamento del credito in termini di erogazioni e rischiosità e sulle performance dei pagamenti commerciali.
A fine 2023 il turismo ha registrato un tasso di default del 4,1% per le società di capitali che pone questo settore fra i più rischiosi.
La media di nuovo credito alle SRL italiane è infatti sceso del 2,6% diventando lo specchio di una produzione italiana senza slancio.
Il settore del turismo conta in Italia oltre 400.000 imprese, suddivise 12.300 agenzie di viaggio, 330.000 ristoranti e bar, 66600 alberghi. Per il 41% si tratta di ditte individuali, seguite da società di capitali (33%) e di persone (25%).
I RISTORANTI SONO TROPPI ANCHE SE IL TURISMO LI AIUTA
Un terzo di esse sono nel Mezzogiorno e nelle isole anche se la sola Lombardia ha, da sola, il 13,5% delle imprese turistiche.
La crescita dei flussi turistici ha sicuramente beneficato questo comparto che tuttavia resta fra i più fragili e rischiosi. Questo potrebbe collegarsi anche alla qualità dei viaggiatori e ai loro comportamenti di “consumo turistico” sempre più veloce e superficiale <<una iperattività turistica che per poche settimane fa diventare molti “esperti” di culture lontane (anche millenarie) per poi farle tornare nell’oblio appena rientrati a casa>> leggo in Gambero Rosso Today
A mio avviso l’overtourism è il nemico mortale anche delle imprese turistiche che attualmente contrastano le misure per limitarlo.