
Calici di stelle
[gplusone]
Durante la mia carriera professionale ho inventato tre “eventi a rete” eventi cioè con una regia centralizzata e tante iniziative periferiche.
La prima è Cantine aperte (1993), poi Calici di Stelle e nel 2002 il Trekking urbano. Ciascuna ha carattere nazionale e un grande successo di pubblico e di stampa; si tratta di iniziative che hanno creato un indotto durevole e diffuso. In altre parole, hanno fatto tendenza portando al successo il turismo del vino e, con il trekking urbano, un nuovo modo di fare turismo in città.
Qui vi racconto come è nata Calici di stelle, l’evento di mezza estate che allieta le piazze dei distretti enologici
di Donatella Cinelli Colombini
Vinitaly 1996, io sono la presidente del Movimento del turismo del vino, che è in piena espansione. Arrivano nel nostro minuscolo stand i membri dell’Associazione Giovani del vino. Nessuno ha mai sentito parlare prima di questo gruppo che, tuttavia, pare godere di buoni appoggi ministeriali. Mi chiedono un’idea per promuovere il vino presso i giovani consumatori e io mi rendo conto che la miscela capace di far breccia fra gli under 30 è composta da 4 pezzi: musica, incontri con nuovi amici, notte all’aperto e, ovviamente, vino.
Ci vuole una data con un forte valore simbolico e scelgo quella del 10 agosto, San Lorenzo.
Questo mi permette di risolvere un problema che, anno dopo anno, diventa più evidente: la visita delle cantine non fa parte delle attività di chi va in vacanza, soprattutto di chi va in vacanza al mare. Viceversa, i territori di produzione enologica sono spesso alle spalle delle spiagge. La scelta del periodo di punta delle ferie balneari fa dunque parte di una strategia finalizzata a trasformare i vacanzieri abbronzati in wine lovers abbronzati.
I “Giovanni del vino” si rivelano privi di strutture per cui i veri organizzatori dell’iniziativa diventano l’Associazione Città del Vino e il Movimento del turismo del vino. Tuttavia i soldi sono pochi e il tempo è ancora meno. Viene studiata una formula “minimale” coinvolgendo solo i comuni vinicoli di 3 regioni – Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. La colonna sonora arriva da “Radio Italia”, quella che trasmette solo musica italiana. Manca ancora un dettaglio: il logo.
Con un caldo allucinante vado a Piacenza per fare una relazione durante una fiera locale organizzata da Gigi Franchi della Val d’A Consulting. E’ proprio lui che commissiona ai suoi grafici 3 bozzetti. Quello che poi diviene il simbolo di Calici di stelle è scelto dal pubblico presente alla fiera come fosse una giuria popolare.
Cresce anche il numero delle città che organizzano la festa notturna del vino (oggi sono 560) e soprattutto il numero dei partecipanti.
Alcuni particolari hanno un’importanza decisiva per caratterizzare Calici di Stelle come un momento dedicato alla cultura del vino da non mescolare con le tante sagre estive. Vengono usati solo calici di vetro, spesso serigrafati e contenuti in sacchettini da attaccare al collo. Vengono anche prese precauzioni per evitare che la festa notturna inneschi abusi d’alcool o altri eccessi. Ecco che la collaborazione con le cantine associate al Movimento del turismo del vino diventa un elemento di qualificazione e di acculturazione dei partecipanti. Essi accedono agli assaggi attraverso il pagamento di una somma – spesso devoluta per nobili cause – e ricevono un bicchiere che permette loro un numero limitato di piccoli assaggi. Diventa determinante, in questo contesto l’incontro fra consumatori e produttori o fra consumatori e sommelier che consente di riceve spiegazioni sui vini in degustazione.