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News dal Casato Prime Donne e dalla Fattoria del Colle, territorio, commenti sul mondo del vino, eventi e personaggi del vino

VECCHI VIGNETI E VINI DA MITO

OLD VINE CONFERENCE IL 10 OTTOBRE 2024 ALLA TENUTA SETTE PONTI DELLA FAMIGIA MORETTI CUSERI IN TOSCANA PER RENDERE OMAGGIO AI PATRIARCHI DEL VIGNETO ITALIA

Michéle Shah Ambasciatrice Regionale d’Italia della Old Vine Conference

Michéle Shah Ambasciatrice Regionale d’Italia della Old Vine Conference

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination 

Voglio fare una premessa: sono una grande sostenitrice dei vigneti storici e ho piantato le mie vigne perché diventino centenarie ma, per adesso, la mia vigna più vecchia, al Casato Prime Donne di Montalcino, ha solo 37 anni.
Peccato!

OLD VINE CONFERENCE UN’ASSOCIAZIONE FRA CHI HA VIGNETI CENTENARI

Michéle Shah Ambasciatrice Regionale d’Italia della Old Vine Conference ha aperto con queste parole la prima edizione di All of Italy <<Siamo oggi qui con tutti i produttori italiani che partecipano alla Old Vine Conference per parlare delle vecchie vigne, del loro valore storico, culturale e genetico. È importante capire cosa questi vigneti rappresentino oggi e come si siano conservati grazie alla resilienza, la sensibilità e il rispetto di chi li ha custoditi negli anni>>

TURISMO DEL VINO IN ITALIA PASSATO PRESENTE E FUTURO

DONATELLA CINELLI COLOMBINI FONDATRICE DEL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO NEL 1993 E VIOLANTE GARDINI CINELLI COLOMBINI NEOELETTA PRESIDENTE DELLA STESSA ASSOCIAZIONE

Andrea Cappelli Oinos con Lorenzo

Andrea Cappelli Oinos con Lorenzo

Intervista  sull’enoturismo a Donatella Cinelli Colombini e Violante Gardini Cinelli Colombini per la rivista Oinos di Andrea Cappelli. Madre e figlia giocano in doppio per portare al successo il turismo del vino italiano.

Com’era e com’è l’enoturismo in Italia?

Donatella – siamo partiti da 25 cantine accessibili al pubblico in tutta l’Italia, praticamente niente. Nelle prime edizioni di Cantine aperte mandavo per posta e per fax le istruzioni per organizzare il punto vendita e lo spazio per gli assaggi… solo verso il 1997 qualche cantina decise di rimanere accessibile dopo la giornata “Cantine aperte”. Pian piano l’enoturismo è diventato di moda e la visita delle cantine è entrato nel vissuto di tutti come alternativa alle solite gite nelle città d’arte o alle spiagge.
Violante – Ora in Italia ci sono circa 20-25.000 cantine turistiche ma solo una parte di esse offre un’accoglienza ben organizzata cioè ha personale formato, una serie di esperienze diversificate e dispone di un percorso negli impianti produttivi, un punto vendita, una sala da degustazione dove servire vino e cibi tipici oltre che, ultimi ma non meno importanti, parcheggi e bagni. Ho l’orgoglio di dire che le cantine associate al Movimento turismo del vino –  MTV sono fra quelle meglio organizzate.

BRUNELLO 32% DEI VINI ROSSI DI LUSSO IN USA

IL VINO ROSSO IN DIFFICOLTÀ IN USA MA VANNO BENE I VINI ROSSI LUXURY OLTRE I 50$ CHE CRESCONO DEL 3% MENTRE I FRANCESI PERDONO IL 7% E GLI STATUNITENSI IL 16%

Vinitaly-USA-a-Chicago

Vinitaly-USA-a-Chicago

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

Le vendite USA delle bottiglie italiane di vino rosso luxury che costano oltre 50$ alla distribuzione crescono del 3% nei primi 8 mesi dell’anno. Rispetto al totale dei rossi del nostro Paese commercializzati in USA sono solo il 2% in volume ma il 14% in valore.
Lamberto Frescobaldi ha presentato i dati dell’Osservatorio OIV SipSource a Chicago, in occasione di Vinitaly USA.
Il successo delle migliori bottiglie italiane appare tanto più sorprendente vedendo che, nello stesso periodo del 2024, i vini rossi francesi di alto prezzo hanno avuto un calo di vendite del 7% e quelli americani del 16%. Si tratta di bottiglie che arrivano sugli scaffali di vendita al pubblico con cartellini di oltre 100 $ e nelle liste dei vini dei ristoranti a circa 150$. Sono destinate a una ristretta cerchia di clienti intenditori e ricchi che, tuttavia, trovano più appagante spendere i loro soldi nelle nostre bottiglie piuttosto che in quelle francesi e statunitensi molto più care o meglio forse troppo care rispetto al loro prestigio e livello qualitativo.

PREZZI DEI VIGNETI ITALIANI 2024

VIGNETI ITALIANI SEMPRE PIU’ CARI SPECIALMENTE NEL BAROLO: 2 MILIONI DI EURO ALL’ETTARO, UNO PER BRUNELLO E BOLGHERI E POCO MENO PER IL LAGO DI CALDARO

Casato Prime Donne vigneto Ardita

Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne vigneto Ardita

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination, #brunellodimontalcino

Sorprendentemente il prezzo dei vigneti italiani continua a crescere mentre la Francia inizia a spiantare 30.000 ettari di vigna come richiesto a gran voce dai vignaioli di Bordeaux.
Sorprendono anche le nuove acquisizioni di cantine che sono passate di mano in numero notevole e a cifre nettamente superiori al loro possibile reddito. Alla luce di consumi e mercato del vino in fase calante, nell’intero pianeta, c’è da chiedersi ma come mai? Forse la liquidità finanziaria è talmente enorme da spingere grandi investitori a fare speculazioni a lungo termine contando sulla dimensione ridotta delle denominazioni più blasonate e della loro volontà di non espandere la superficie dei vigneti.

FOLIAGE DEI VIGNETI E LA TERAPIA DEL PAESAGGIO

CAMMINARE IN UN LUOGO BELLO RIGENERA PSICOLOGICAMENTE E FISICAMENTE ECCO LA TERAPIA DEL PAESAGGIO CHE IN AUTUNNO IN TOSCANA È AL MASSIMO DELL’INTENSITÀ

cantina con vista Toscana Fattoria del Colle

cantina con vista Toscana Fattoria del Colle

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

Il mio amico Angelo Gaja dice che il foliage nei vigneti toscani ha un colore solo e quindi è meno bello di quello dei distretti del vino dove ci sono molti vitigni e quindi molte tonalità.
Ma non è vero!
La mente umana ha bisogno di immagini semplici e armoniose per stare bene. Certi territori come la Val d’Orcia, patrimonio Unesco dal 2004 proprio per la bellezza del suo paesaggio agricolo, offre questo tipo di scenari. Quasi una medicina per l’anima.
Le foglie delle viti cominciano a ingiallire subito dopo la vendemmia e cadono alla fine di dicembre. Un periodo breve in cui la Toscana del vino, dove il Sangiovese è il sovrano incontrastato, si mostra coperta da un broccato giallo oro. Il paesaggio del Brunello, del Chianti Classico o del Vino Nobile è rimasto intatto per secoli. C’è qualche grande fabbrica, residuo del sogno di industrializzazione della metà del Novecento, ma sono pochissime, non come in Piemonte.
Il paesaggio ha un’armonia austera fatta di storia, natura e amore dell’uomo. Boschi, terreno arato per la semina, vigneti di Sangiovese che diventano un mantello dorato. Venite a vederlo!

IL BLOGGER WESTFALL, I GIOVANI E IL VINO

IL VINO È TROPPO CARO, TROPPO PALUDATO DAL LUSSO, CANTINE POCO ACCOGLIENTI, MARKETING ORIENTATO SU CONSUMATORI VECCHI E DIFFUSO CON CANALI VECCHI

i giovani si allontano dal vino perchè è caro , cantine mentre comunicazione non si rivolgono ai giovani

i giovani si allontano dal vino perchè è caro , cantine mentre comunicazione non si rivolgono ai giovani

di #donatellacinellicolombini, #winedestination

La frase che mi colpisce di più riguarda le cantine e il turismo del vino che respinge i giovani. <<Non ci sentiamo benvenuti>>. Secondo Nate Westfall, il mondo del vino è diventato <<È uno sfortunato sottoprodotto del posizionamento di mercato progettato per proiettare il lusso e attirare ricchezza>>.
Un ambito rivolto ai clienti ricchi che guardano dall’alto in basso chi non ha un conto in banca con almeno cinque zeri. Un modo in cui i giovani si sentono a disagio.

IL BLOGGER NATE WESTFALL BEVITORE PENTITO

Come dare torto a Nate Westfall  blogger statunitense millennial? Per anni il vino ha seguito la scia del leader massimo del lusso LVMH cercando l’apparenza lussuosa per nobiliare anche vini che, in realtà, venivano venduti soprattutto al supermercato….

LE LANGHE AL BIVIO E IL CORAGGIO DI OSARE

ANGELO GAJA SULLE RECENTI POLEMICHE: -I NOSTRI VINI NON SONO CAVALLI DA TIRO È UN ERRORE PRETENDERE CHE BAROLO E BARBARESCO TRAININO L’INTERA PRODUZIONE PIEMONTESE

Angelo Gaja commenti sulle Langhe e il loro futuro

Angelo Gaja sul futuro di Barolo e Barbaresco

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

Vi propongo qui le giuste riflessioni di Angelo Gaja sulle recenti polemiche riguardanti il futuro dei vini di Langa. Le condivido ad esclusione dell’appello a non fare di Barolo e Barbaresco i locomotori di tutti i prodotti agroalimentari piemontesi. Se non lo fanno loro chi lo fa? La nutella?
Invece fra le minacce metterei l’overtourism. I piccoli comuni del vino non possono avere meno residenti che posti letto turistici e il turismo del vino non può crescere in modo illimitato. Lasciando aumentare senza controllo turisti ed escursionisti, questi flussi potrebbe danneggiare l’identità, l’integrità e le prospettive delle wine destination e dei loro vini.
Bisogna arginare il turismo limitando gli attracchi cioè i parcheggi turistici e le permanenze di una notte che vanno pesantemente caricata con la tassa di soggiorno. Queste sono le sole due misure che i comuni possono usare finché non viene approvata una legge sugli affitti turistici nelle civili abitazioni e un’altra legge che limiti i luoghi di somministrazione evitando che ogni macelleria diventi una paninoteca.

CHAMPAGNE VISITA DELLE GRANDI MAISON

CON L’ACADÉMIE INTERNATIONALE DU VIN IN CHAMPAGNE PER CAPIRE LA MAGIA E I SEGRETI DELLE MITICHE BOLLICINE FRANCESI: BOLLINGER, KRUG E LOUIS ROEDERER

Bollinger Champagne Academie Internationale du Vin Violante e Donatella Cinelli Colombini

Bollinger Champagne Academie Internationale du Vin Violante e Donatella Cinelli Colombini

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

Il Symposium d’autunno dell’Academie internationale du Vin è una sorta di tour de force. Con i miei settant’anni faccio fatica a reggere il passo ma, visto che il mio amico Angelo Gaja, con qualche anno più di me, partecipa di slancio, io stringo i denti e sorrido.
Primo giorno molto traumatico dopo una notte quasi insonne  per il nipotino Lorenzo trasportato in ambulanza al Mayer causa di una caduta e poi dimesso quasi all’alba.  Io e Violante arriviamo  a Parigi alle nove dove ci aspettano Pietro Ratto, Rossana e Angelo Gaja.

BOLLINGER

Inizio in stile gita fra amici, in cinque in macchina, per arrivare puntuali a Reims dove riusciamo persino a vedere la Cattedrale. Siamo eccitati ma anche assonnati. Sorprendentemente gli accademici sono tanti e gli organizzatori ci dividono in due gruppi. Io e mia figlia Violante visitiamo Bollinger ricevuti da Etienne Bizot  e scopriamo il volto più tradizionalista dello Champagne.

Avevo già visito lo Champagne quarant’anni fa con mio marito Carlo, da semplici turisti, ma in questo caso tutti ci accolgono con il tappeto rosso e le bollicine francesi hanno ancora più fascino e mito.
Cena al Crayères, Le Parc due stelle Michelin in una residenza d’epoca in stile belle epoque dove ogni commensale vive una specie di estasi olfattiva.

OFFERTA: 6 BOTTIGLIE DI OLIO EXTRA-VERGINE DI OLIVA BIO

La nuova offerta con Olio EVO blend e 2 mono-cultivar della Fattoria del Colle direttamente a casa vostra per piatti gustosi e salutari a € 134

Per voi 3 bottiglie Olio Evo BIO 2024 da 0,750, 1 bottiglia ciascuna di Olio Evo BIO 2024 Correggiolo, Moraiolo e blend da 0,500

Speciale Offerta del mese con Olio Evo e Ricettario della Fattoria del Colle

Offerta speciale del mese con 6 bottiglie di Olio evo della Fattoria del Colle e il ricettario

TREQUANDA DOVE NASCE UNO DEI MIGLIORI EXTRAVERGINE DEL MONDO

La Fattoria del Colle si trova a Trequanda, in una delle zone migliori della Toscana e del mondo per la produzione di olio extravergine di oliva grazie ai suoi terreni sabbiosi, alla sua posizione lontana dal mare e all’altitudine di oltre 400 metri che la proteggono dalla mosca olearia.
La fattoria ha 6 ettari di oliveti Biologici e commercializza esclusivamente l’olio dei suoi olivi.

Le olive sono raccolte a mano fra ottobre e novembre e frante all’Oliviera Sant’Angelo a 10 km dalla fattoria.

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3 bottiglie 0,75lt di olio nuovo misto 2024 BIO

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1 bott 0,50 lt di olio misto 2024 BIO

1 ricettario della Fattoria del Colle

DURATA DELL’OFFERTA

L’offerta si conclude il 20 Dicembre 2024

SE I VITIGNI AUTOCTONI ITALIANI DIVENTASSERO INTERNAZIONALI SAREBBE UN VANTAGGIO?

WINE NEWS HA DOMANDATO PROVOCATORIAMENTE A DUE SUPER ESPERTI IL MASTER OF WINE ANDREA LONARDI E ALL’AGRONOMO GIOVANNI BIGOT CREATORE DELL’INDICE BIGOT

se gli autoctoni italiani diventassero internazionali

se gli autoctoni italiani diventassero internazionali

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination 

La domanda è provocatoria ma fino a un certo punto perché i cambiamenti climatici alterano la vocazione dei vigneti e spingono all’utilizzo di vitigni adatti a climi caldi e aridi. Del resto gli enologi sostengono da sempre che le viti esprimono il loro miglior potenziale, in termini di finezza, quando sono coltivate in condizioni difficili e quindi è meglio spostare a Nord vitigni meridionali che fare l’operazione contraria. Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi i vitigni che hanno la loro zona di origine in climi freddi, una volta piantati in zone calde producono vini banali, tutti uguali.

ANDREA LONARDI E GIOVANNI BIGOT SUI VITIGNI AUTOCTONI

Ecco che la domanda posta da Wine News al Master of Wine Andrea Lonardi, ed a Giovanni Bigot, agronomo ed ideatore dell’Indice Bigot che classifica i vigneti in base al loro potenziale qualitativo, è tutt’altro che fuori luogo. In altre parole, se il riscaldamento globale cambia i vitigni più adatti ai terroirs, molti dei 500 vitigni autoctoni italiani potrebbero diffondersi in altre parti del mondo e questo potrebbe privare il vino italiano di uno dei suoi punti di forza: la varietà, l’originalità distintiva dei suoi vitigni.

PIWI CROCE E SPERANZA DEI NUOVI VIGNETI

PIWI ACRONIMO DI PILZWIDERSTANDFAHIG SONO I NUOVI VITIGNI RESISTENTI ALLE MALATTIE ACCOLTI CON SOSPETTO DAI PRODUTTORI E CON ENTUSIASMO DAGLI STUDIOSI

PIWI vitigni ibridi resistenti alle malattie della vite

PIWI vitigni ibridi resistenti alle malattie della vite

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

E’ strano vedere un atteggiamento così distante fra i centri di ricerca e le cantine ma effettivamente i PIWI, cioè i vitigni modificati per resistere agli attacchi di peronospora e oidio, sembrano piacere più agli universitari che ai produttori.

COSA SONO I VITIGNI PIWI E DOVE E’ POSSIBILE COLTIVARLI

I Piwi coltivati in Italia sono 36: 18 a bacca bianca e 18 a bacca rossa. Si tratta di incroci fra Vitis Vinifere europee e altre viti di origine americana o asiatica portatrici dei geni che consentono alla pianta di difendersi da sola alle principali malattie.
Le norme europee permettono la coltivazione di uva da vino non interamente derivante da Vitis Vinifera PIWI ma la procedura per autorizzare il loro impianto richiede un’autorizzazione regionale che, al momento, c’è solo in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Lazio e Campania.

COOP DEL VINO SONO IN CRISI O IN SALUTE?

LEGGO SU WINE SEARCHER UN ARTICOLO PREOCCUPANTE SULLE DUE COOPERATIVE DEL VINO IN CRISI – MONCARO E CANTINE EUROPA- MA I DATI NAZIONALI MOSTRANO UNA SITUAZIONE BUONA

Assessore Antonini con le Donne del Vino

Assessore Antonini con le Donne del Vino

Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

Durante il mio viaggio nelle Marche con le Donne del Vino, nel giugno scorso, la parola Moncaro veniva fuori come un incubo ricorrente. La crisi della principale cooperativa, quella che produce un quarto di tutto il Verdicchio è davvero un incubo per il vino marchigiano.
Per fortuna ci sono persone che possono dare un valido aiuto. Michele Bernetti, Presidente dell’Istituto marchigiano di tutela dei vini è bravissimo, corretto e coraggioso. Lo conosco da sempre e lo ammiro da sempre come uno degli uomini del vino più capaci, altruisti e equilibrati. Parla poco, ascolta molto e sa sempre quello che dice.

MONCARO E IL VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI

Ho conosciuto l’Assessore Regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini, che mi ha fatto un’ottima impressione. E’ una persona intelligente e responsabile, credo farà il possibile per limitare i danni. Certo il problema è grosso perché i 25 milioni di Euro di debiti delle Terre Cortesi-Moncaro sono tanti.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SOSTITUISCE IL PASSAPAROLA

L’ENOGASTRONOMIA E’ LA MOTIVAZIONE PRINCIPALE PER IL 2-4% DEI TURISTI MA E’ IN TUTTE LE TIPOLOGIE DI VIAGGIO E IL 76% HA FATTO ALMENO UN’ESPERIENZA GOLOSA

Donatella Cinelli Colombini fra i relatori al BTO 2024 sull'Intelligenza Artificiale

BTO 2024 sull’AI intelligenza artificiale Donatella Cinelli Colombini fra i relatori

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination 

I viaggi golosi, che hanno l’enogastronomia come principale motivazione di viaggio, sono ancora una minoranza e riguardano il 2-4% dei turisti. Tuttavia senza la prospettiva di pasti appaganti e grandi vini, shopping di salumi e formaggi, visita nei luoghi di produzione delle delizie del palato…  tutti i tipi di viaggio in Italia perdono appeal.
Questo il messaggio più forte arrivato dall’ Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano che ha presentato uno studio a “Food & Wine Tourism Forum” n. 7 a Canelli nel novembre 2024. La cornice era spettacolare nelle “Cattedrali Sotterranee” Patrimonio Unesco di Gancia, Bosca, Contratto e Coppo.

76% DEI VIAGGIATORI IN ITALIA HA FATTO UN’ESPERIENZA ENOGASTRONIMICA

Lo studio del Politecnico mostra come il 38% degli intervistati di diversi Paesi abbia fatto più di un’attività enogastronomica durante il soggiorno in Italia e ben il 76% ne abbia fatta almeno una.

PROSECCO AUTRALIANO

IL PROSECCO AUSTRALIANO E’ IN UN MOMENTO DI GRANDE CRESCITA +15,5% IN VALORE E + 14% IN VOLUME, UN INCREMENTO SUPERIORE A QUELLO DEL PROSECCO IMPORTATO DALL’ITALIA

Dal-Zotto-Wines-Prosecco

Dal-Zotto-Wines-Prosecco

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

Il Prosecco made in Australia è una piccola quantità rispetto al Prosecco DOC esportato dall’Italia con i suoi 2,1 milioni di bottiglie ed i 181 milioni di dollari di fatturato 2024. Tuttavia…..

I VINI CHE HANNO IL NOME DEL LORO VITIGNO POSSONO ESSERE COPIATI

Tuttavia la questione è che esiste ed è assolutamente legale. Colpisce l’impossibilità di proteggere la nostra denominazione. Questo succede quando il nome di un vitigno connota un vino, il processo produttivo è facilmente replicabile e la clientela è mediamente poco esigente. Il risultato è che le vendite del Prosecco australiano crescono a tutta velocità e addirittura più del nostro: +15,5% in valore e + 14% in volume rispetto allo scorso anno. Nello stesso periodo la crescita del Prosecco importato dall’Italia ha segnato + 11,3% in valore e +3,8% in volume. Continuando così potrebbe essere un rivale pericoloso. Il Prosecco australiano è prodotto nello stato di Vittoria nel Sud est del Paese ed il pioniere è stato un emigrato da Valdobbiadene nel 1999, Otto Dal Zotto.

BRUNELLO RISERVA 2018 NELLA TOP 10 DI VINUM

NUOVO SUCCESSO PER IL BRUNELLO RISERVA 2018 DI DONATELLA CINELLI COLOMBINI CHE E’ FRA I TOP 10 SCELTI DALLA RIVISTA VINUM E DAL GRANDE CHRISTIAN EDER

Vinum top 10 Brunello Riserva 2018 di Donatella Cinelli Colombini

Vinum top 10 Brunello Riserva 2018 di Donatella Cinelli Colombini

Vinum è il magazine sul vino più importante in lingua tedesca. Vinum dedica spesso numeri monografici a una regione con profili di personaggi e degustazioni. In questo caso il protagonista della rivista è la Toscana. Violante Gardini Cinelli Colombini neoeletta Presidente del Movimento Turismo del vino è fra i profili descritti all’inizio mentre il nostro Brunello Riserva 2018 è fra i 10 vini TOP di questa tipologia.

VINUM E CHRISTIAN EDER

Come sempre i punteggi non sono altissimi, la cultura tedesca è sempre parca nei suoi giudizi e non arriva a 100 centesimi con lo stesso entusiasmo dei critici americani. Per i tedeschi la perfezione è un concetto filosofico che richiede quasi un avvicinamento al miracolo.
Per questo i TOP 10 del Brunello riserva 2018 sono fra i 96 e i 94 centesimi cioè in posizione molto ravvicinata. Complessivamente i migliori Brunello riserva proposti da Vinum sono 25 e tre provengono dalla zona in cui si trova il Casato Prime Donne. Una circostanza che dimostra la crescita del potenziale qualitativo di questo angolo di Montalcino che, vent’anni fa, era troppo fresco ed ora riesce ad esprimersi ad alto livello anche in annate piovose come il 2018.